Dall’accoglienza diffusa alla detenzione indefinita

Le prime anticipazioni del Dossier Immigrazione 2023, a cura del Centro studi Idos, che sarà presentato a Roma il prossimo 26 ottobre. Partecipano all'iniziativa l'Otto per mille della Chiesa valdese e la rivista e centro studi Confronti.

Roma (NEV), 14 ottobre 2023 – A dieci anni dal naufragio del 3 ottobre 2013 e a meno di un anno da quello di Cutro, “il contrasto all’immigrazione irregolare si sta concentrando non sui trafficanti (da non confondere con gli scafisti alla guida delle imbarcazioni) ma sui migranti, accomunati e confusi nella categoria dell’irregolarità, anche quando sono persone in fuga da guerre, crisi climatiche e gravi violazioni dei diritti umani”. Lo sostengono i promotori del Dossier Statistico Immigrazione 2023, i cui dati, come si legge nella presentazione della nuova edizione, “aiutano a orientarsi nel confuso dibattito in corso, anche in relazione all’efficacia e alla sostenibilità delle misure introdotte dal governo, a partire dalla detenzione amministrativa, ampiamente estesa – con modalità inedite – anche ai richiedenti asilo”.

Ecco alcuni numeri, tra i dati raccolti. “Nel 2022, su oltre 500.000 stranieri stimati in condizione di soggiorno irregolare in Italia (un decimo rispetto ai poco più di 5 milioni regolarmente residenti), soltanto a 36.770 è stata intimata l’espulsione, circa 1 ogni 14 (inclusi 2.804 afghani e 2.221 siriani, che pure fuggono da Paesi in guerra e da gravi pericoli per la propria persona). Di questi, solo 4.304 (11,7%) sono stati effettivamente rimpatriati: una quota estremamente bassa e inferiore a quelle registrate perfino negli anni dell’emergenza sanitaria (15,1% nel 2021 e 13,7% nel 2020), caratterizzati da forti restrizioni nella mobilità internazionale”, si legge nel comunicato diffuso pochi giorni fa da Idos, il centro studi autore del rapporto.

Quanto ai centri per il rimpatrio, i Cpr, “Nel 2022 vi sono transitati 6.383 migranti, il 68,7% in più rispetto al 2021 (4.387), ma solo la metà dei trattenuti (49,4%) ne è uscita per rientrare nel Paese d’origine (3.154), un’incidenza in linea con quella degli anni precedenti (50,9% nel 2022 e 49,0% nel 2021), ad evidenziare che la scarsa efficacia non è contingente ma intrinseca al sistema. È anche dimostrato che il tasso di efficacia non migliora prolungando i tempi del trattenimento, periodicamente oscillati, dal 1998 ad oggi, tra i 30 giorni e i 18 mesi. Tra il 2019 (48,5%) e il 2020 (50,8%), per esempio, quando il tetto era di 6 mesi (a fronte degli attuali 3, che il governo ha prolungato a 18), i livelli restano analoghi. Lo stesso vale per la moltiplicazione delle strutture: nel 2016-2017 si era arrivati ad averne 14 (1.400 posti), senza per questo ridurre le sacche di irregolarità”.

Ma quanto costa tutto ciò? “La finanziaria di fine 2022 ha previsto una spesa, per il triennio 2023-2025, di 42,5 milioni di euro per rafforzare il sistema dei Cpr con 206 nuovi posti. E ulteriori risorse dovranno essere stanziate per averne uno per regione. Tra il 2021 e il 2023 sono stati spesi 56 milioni di euro per affidare a soggetti privati la gestione dei Cpr, cifra che non include i costi del personale di polizia e di manutenzione delle strutture”.

L’attuale modifica, la quindicesima in 25 anni, per Idos, “si prospetta come una politica di reclusione generalizzata: nuovi Cpr, tempi di trattenimento più lunghi e, soprattutto, un allargamento delle casistiche e dei luoghi in cui mettere in atto la detenzione amministrativa, estesa su vasta scala perfino ai richiedenti asilo. Il Decreto Cutro, infatti, amplia la platea di quelli sottoposti alla procedura accelerata di frontiera, e quindi al trattenimento, a coloro che richiedono protezione dopo aver eluso (o tentato di eludere) i controlli o che provengono da un Paese designato come “sicuro”, qualora non abbiano passaporto o non versino “idonea” garanzia finanziaria, fissata in 4.938 euro. Il trattenimento, oltre che negli hotspot, potrà avvenire, in caso di arrivi consistenti, in “strutture analoghe” sul territorio nazionale o nei Cpr. Si introduce, inoltre, la possibilità di trattenere nei Cpr i richiedenti asilo “dublinati”, in attesa del trasferimento verso il Paese Ue competente. In sostanza, la detenzione viene estesa a una gamma estremamente ampia di richiedenti, in contrasto con la normativa europea che ammette il trattenimento solo in casi eccezionali e residuali, escludendo automatismi e generalizzazioni”.

Il Dossier Statistico Immigrazione 2023 sarà presentato il 26 ottobre, alle 10.30,
a Roma presso il Nuovo Teatro Orione, in via Tortona 7, e in contemporanea in tutte le Regioni. All’iniziativa contribuiscono l’Otto per mille della chiesa valdese e il centro studi e rivista Confronti.

Maggiori informazioni sul sito www.dossierimmigrazione.it