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Il nostro silenzio è la nostra condanna

Immagine tratta da https://www.chiesaluterana.it/il-nostro-silenzio-e-la-nostra-condanna/

Munther, in una intervista di queste ore su Democracy Now! ha ribadito la prospettiva della predicazione come parola “non solo per il popolo di Gaza, per tutti i palestinesi, che sono sconvolti dal silenzio del mondo e dalla disumanizzazione che ha avuto luogo nei confronti del popolo palestinese”.

Una disumanizzazione che ha come conseguenza che le atrocità siano commesse sotto gli occhi del mondo. E sotto gli occhi degli stessi abitanti di Gaza che filmano la propria esecuzione.

Siamo davvero stanchi

Così ha proseguito Munther: “Stanchi e turbati nel vedere, giorno dopo giorno, immagini di bambini e famiglie tirati fuori da sotto le macerie. Non riusciamo a capire come al mondo vada bene tutto questo. E come pastore che parla regolarmente con le chiese di tutto il mondo, non riesco a capire come possiamo predicare il vangelo dell’amore e della giustizia, ignorando e, in alcuni casi, giustificando ciò che sta accadendo a Gaza”.

“Questo non è il momento per una diplomazia morbida. Soprattutto con il genocidio che continua ad accadere giorno dopo giorno”.

Rev. Dr. Isaac Munther, Pastore Luterano a Betlemme

Recentemente il teologo luterano, di ritorno dagli Stati Uniti, ha incontrato gli staff dei leader del Congresso USA. E consegnato un messaggio alla Casa Bianca.

Sono tornato (dagli USA, ndr) molto affranto – dice Munther – come se tutti siano arresi all’idea che questa guerra sarebbe durata a lungo”.

La distanza con cui l’occidente prende atto dell’orizzonte che questo conflitto vuole avere testimonia una “mancanza di empatia” e la scelta di arrendersi alla guerra.

Anche nell’incontro col Dipartimento di Stato USA Munther, sebbene abbia riscontrato maggiore consapevolezza degli staff dei deputati e senatori del Congresso, riecheggiava la resa dinanzi alla guerra.

Il pastore luterano ha ribadito ai rappresentanti del Governo degli Stati Uniti il suo punto di vista: “Come permettete a un tale governo in Israele, a tali leader, di spingervi a commettere un genocidio?

Se si considera che la Palestina, proprio in relazione ai valori che animano il cristianesimo, è il luogo “dove tutto ha avuto inizio”. Un luogo che i padri della Chiesa definirono il “quinto vangelo”. Nel senso che la geografia parla di ciò che è accaduto qui nel corso dei secoli.

Ma la Palestina, privata della testimonianza del suo popolo, privata cioè della vita dei palestinesi, non significa nulla.

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