Disarmo. Il documento conclusivo del convegno sugli armamenti

La richiesta al Governo italiano di bloccare tutte le forniture di armamenti a Paesi in conflitto, l'impegno a dialogare con tutti gli attori istituzionali e a promuovere un ampio ripensamento e un graduale riordino del comparto della produzione militare nazionale

Roma (NEV), 5 marzo 2019 – In seguito al convegno “Produzione e commercio di armamenti: le nostre responsabilità” che si è svolto a Roma il 1 marzo 2019, le realtà promotrici* di questa iniziativa, tra cui la Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), hanno prodotto un documento di sintesi con le conclusioni e le richieste al governo italiano.

I promotori sottolineano l’importanza dell’aver “proposto all’attenzione pubblica, del governo e delle istituzioni la questione della produzione e dell’esportazione di sistemi militari italiani e di ‘armi leggere’ in un momento di crescenti tensioni internazionali, di forte instabilità in numerose regioni, di conflitti che perdurano da anni e di nuovi focolai di guerra che stanno alimentando la ripresa delle spese militari e una rinnovata corsa agli armamenti”.

Ricordando la responsabilità e il ruolo che l’Italia svolge nel contesto internazionale, nonché i principi contenuti nella nostra Costituzione, le convenzioni internazionali, i divieti espressi nella legge 185 del 1990, i criteri della Posizione Comune UE e del Trattato internazionale sulle armi (ATT), “rinnovano la richiesta al Governo italiano di bloccare tutte le forniture di armamenti a Paesi in conflitto e dove si verificano gravi violazioni dei diritti umani ed in particolare le esportazioni di armi alla coalizione a guida saudita che – come riportano le Nazioni Unite – sta compiendo bombardamenti indiscriminati in Yemen”.

Il documento chiede “al Governo italiano e a tutte le forze politiche di adoperarsi nelle sedi europee e internazionali per promuovere un effettivo controllo del commercio di armamenti e di armi leggere e di ripristinare la massima trasparenza non solo nelle Relazioni nazionali sulle esportazioni di armamenti ma in ogni informazione che l’Italia deve presentare a livello europeo e internazionale”.

Gli organizzatori del convegno “ribadiscono l’impegno a dialogare con tutti gli attori istituzionali, del settore industriale e finanziario, delle rappresentanze sociali e dei lavoratori per promuovere un ampio ripensamento e un graduale riordino del comparto della produzione militare nazionale”, invitano la società civile e le Chiese a “promuovere momenti di incontro e di approfondimento, riguardo alle spese militari e al commercio di armamenti” e  “si impegnano a continuare insieme la riflessione sulla produzione e il commercio di armamenti, estendendo l’invito a tutti i soggetti della società civile interessati a promuovere la sensibilizzazione nei territori e a livello nazionale e internazionale”.

*Commissione Globalizzazione e Ambiente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Fondazione Finanza Etica; Movimento Politico per l’Unità e Movimento dei Focolari; Pax Christi Italia; Rete Italiana per il Disarmo; Ufficio Nazionale per i Problemi sociali e il Lavoro della C.E.I.;

Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della C.E.I.

È possibile leggere il documento completo qui.