Il ’68 alla radice di ogni male morale?

Il testo di Benedetto XVI spazia fra molti temi, fra cui quello degli abusi sessuali. Un commento di Fulvio Ferrario

Roma (NEV/Riforma.it), 15 aprile 2019 – C’è voluto un po’, ma alla fine il covo dal quale il demonio sparge il proprio veleno nel mondo e persino nella Chiesa cattolica è stato individuato: si tratta del ‘68 e della sua pestilenziale eredità. Dissolvendo tutti i criteri morali e promuovendo l’espulsione di Dio dal discorso pubblico e dalla vita anche delle cristiane e dei cristiani, il Sessantotto ha dato la stura a una deriva morale della quale la pedofilia costituisce una delle manifestazioni più ripugnanti. La Chiesa cattolica (delle altre si parla solo allusivamente, come vedremo) si è in parte conformata alla mentalità di questo secolo (e anche del precedente, certo…), senza Dio, senza fede, senza Bibbia, senza morale (perché non dà retta all’autorità della Chiesa cattolica stessa, la quale, invece, detiene tutto quanto) e ora ne paga il prezzo.

Sembra la requisitoria di un Jorge da Burgos (il bibliotecario de Il nome della rosa) del XXI secolo e invece è Benedetto XVI, che presenta le sue riflessioni (autorizzate, a quanto pare, dal successore) sulla tragedia della pedofilia nella Chiesa cattolica, pubblicate in Italia dal Corriere della Sera. Si tratta di un testo davvero particolare, nel quale si trova un po’ di tutto; analisi sulla secolarizzazione dell’Occidente, discussioni sulla fondazione biblica o filosofica dell’etica (un problema, peraltro, che non sono certo occupi i primi posti nelle riflessioni di un pedofilo), denuncia degli stupri perpetrati da questo o quel sacerdote, che mentre fa violenza pronuncia in chiave blasfema le parole eucaristiche. In questo coacervo di argomentazioni in tono apocalittico, ci sono persino affermazioni che, in diverso contesto e altrimenti articolate, potrebbero essere anche condivise: la scristianizzazione occidentale costituisce motivo di angoscia per tutte le chiese; e chi legge la Bibbia sa che la prospettiva apocalittica costituisce una chiave di lettura che non può essere ridicolizzata, anche se va chiamata in causa con prudenza infinita, cosa che Benedetto, decisamente, in questa occasione non fa

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