Zimbabwe. Le chiese chiedono al governo un incontro

Roma (NEV), 27 luglio 2016 – “In questo momento cruciale per lo Zimbabwe è fondamentale la solidarietà ecumenica. Il nostro paese necessita dell’appoggio dell’intero movimento ecumenico”. É questa la convinzione del pastore luterano Kenneth Mtata, nuovo segretario del Consiglio delle chiese dello Zimbabwe nonché segretario agli studi per la teologia della Federazione luterana mondiale (FLM). Lo Zimbabwe sta attraversando una profonda crisi economica, con un altissimo tasso di disoccupazione e una corruzione diffusa ad ogni livello politico e amministrativo, a cui i cittadini hanno iniziato a rispondere con numerose dimostrazioni anti-governative che non accennano a diminuire. Nel perdurare delle dimostrazioni popolari, che vedono contrapporsi fazioni contrarie e favorevole al presidente Mugabe, il Consiglio delle chiese dello Zimbabwe ha inviato una lettera al governo richiedendo un incontro. “Abbiamo colto la sensazione generale che il nostro paese sia, per così dire, in modalità da ‘pilota automatico’, mancando di una vera leadership politica. Le chiese ritengono che questa situazione non possa andare avanti e che una via d’uscita debba essere al più presto trovata per restaurare la giustizia e la prosperità in Zimbabwe”.
Tra i leader della protesta popolare figura il pastore battista Evan Mawarire, arrestato lo scorso 12 luglio e subito rilasciato per le proteste suscitate dalla sua detenzione. Mawarire si è presentato all’udienza per il suo arresto con la Bibbia in una mano e la bandiera nazionale nell’altra. #ThisFlag è diventato il simbolo della protesta che chiede trasparenza nell’azione di governo e dignità per ogni cittadino dello Zimbabwe; si impegna a chiedere conto delle azioni politiche del governo; e assume la nonviolenza come modalità della propria protesta. Mawarire aveva invitato i cittadini della nazione africana a due giorni di sciopero, un’azione a seguito della quale era stato accusato per incitamento alla violenza.