Luca Maria Negro: 2017, l’anno della Riforma

L'intervista d'inizio anno al Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Roma (NEV), 4 gennaio 2017 – All’alba del 2017, il Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro, ha rilasciato l’intervista d’inizio anno al Culto Evangelico di Radio Rai 1. Ne riportiamo il testo integrale.

Luca Maria Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Nel 2017 si celebrano i 500 anni della Riforma protestante. Qual è l’importanza di questo Cinquecentenario dal punto di vista della Federazione che lei presiede?

Anzitutto vogliamo evitare l’autocelebrazione. Vogliamo invece capire quale sia l’attualità del messaggio della Riforma per l’oggi. In questo senso mi sembra particolarmente interessante il tema proposto dalla Federazione luterana mondiale per la sua assemblea che si terrà nel 2017 in Namibia: “Liberati dalla Grazia di Dio”, un messaggio a sua volta declinato in tre sottotemi: la salvezza non è in vendita, il creato non è in vendita, gli esseri umani non sono in vendita. Questo slogan, “Not for sale” – che significa appunto “non in vendita” – è un buon modo per attualizzare un termine che ha un sapore un po’ arcaico: “la grazia”, questa parola che forse è difficile da capire per gli uomini e le donne di oggi, è qualcosa che viene offerto gratuitamente e che quindi non è in vendita.

L’altro aspetto importante di questo Cinquecentenario è quello ecumenico. 500 anni fa le chiese d’Occidente si sono divise. Oggi, invece, ricordiamo insieme questo evento, insieme ai cattolici da cui ci siamo separati mezzo millennio fa. Questo è un aspetto molto importante. Come Federazione vogliamo inoltre cercare di comprendere il significato della Riforma anche all’interno del rapporto che abbiamo con le chiese evangeliche che non sono nate direttamente al tempo della Riforma ma che sono emerse nel corso della Storia. Pensiamo ad esempio al movimento pentecostale e ad altre aggregazioni evangeliche. Siamo per questo impegnati ad organizzare una giornata di riflessione sull’attualità di un messaggio che nonostante le differenze abbiamo in comune. E’ probabile che si svolgerà intorno al 31 ottobre, forse qualche giorno prima.

Guardando invece indietro al 2016, gli ultimi mesi hanno visto l’Italia nuovamente colpita da una serie di terremoti che hanno causato vittime e ingenti danni nel Centro Italia. La Federazione si è attivata con alcune iniziative che continueranno nel 2017. Quali, in particolare?

Abbiamo lanciato immediatamente una sottoscrizione e stiamo realizzando una serie di interventi ad Arquata del Tronto e a Tolentino. Ad Arquata del Tronto abbiamo donato alla proloco un pulmino e abbiamo portato anche del materiale di cancelleria, carta per fotocopie, e altro per il comune. Siamo in attesa di realizzare un prefabbricato che dovrebbe servire come luogo di aggregazione per le associazioni locali. A Tolentino abbiamo fatto alcuni interventi a favore delle scuole che hanno riaperto dopo il terremoto e a favore anche degli anziani, in particolare della casa di riposo comunale.

Il 2016 ha anche visto la partenza del progetto pilota dei “corridoi umanitari”, promossi dalla FCEI, dalle chiese valdesi e metodiste e dalla Comunità di sant’Egidio, in accordo con i Ministeri degli Interni e degli esteri. Qual è il bilancio a metà del progetto?

Il bilancio è positivo. Siamo appunto a metà del progetto che prevede l’arrivo di mille profughi – ne sono arrivati già 500 e quindi nel 2017 dovrebbero arrivare gli altri 500 probabilmente non solo più dal Libano ma forse anche dal Marocco. Bilancio positivo anche perché abbiamo dei riscontri anche per quanto riguarda l’integrazione di queste persone: abbiamo per esempio dei giovani che si sono avviati al lavoro, i bambini si sono ben inseriti a livello scolastico, qualcuno si è iscritto all’università. Forse il nostro unico cruccio è che questo rimanga l’unico progetto pilota attivo in Europa. Sappiamo che in altri paesi si sta cercando di replicarlo ma ancora non ne abbiamo visto la concretizzazione. E questo è veramente il nostro auspicio per il 2017, che la buona pratica dei “corridoi umanitari” possa essere esportata in altri paesi europei.

Per riascoltare l’intera puntata andata in onda il 1° gennaio potete cliccare qui.