Roma (NEV), 6 febbraio 2017 – “In nome di Gesù Cristo siamo messaggeri congiunti della misericordia, contro la paura, l’odio, la violenza e l’esclusione”: non ha usato mezzi termini questa mattina il presidente della Chiesa evangelica in Germania (EKD), il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, nel corso dell’udienza da papa Francesco in Vaticano. La sua prima preoccupazione è andata alle sofferenze dei rifugiati, la seconda ai nuovi populismi che in molti paesi si stanno facendo strada. A capo di una delegazione di leader evangelici tedeschi, accompagnato anche dal cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, il vescovo luterano Bedford-Strohm ha voluto mettere subito l’accento sul tema della misericordia, leitmotiv del pontificato di Bergoglio. “Nel 2017 a livello mondiale le chiese cristiane devono unire le loro voci per incoraggiare i propri paesi ad essere solidali con le persone in fuga da terrore e guerra”. E per Bedford-Strohm, questi stessi paesi, devono essere solidali anche tra di loro: “il carico dell’accoglienza va equamente condiviso”. Certo, dice il vescovo, vanno combattute le cause che sono alla base dei conflitti, ma con “muri, steccati o indifferenza la comunità internazionale non riuscirà mai ad ottemperare ai propri doveri umanitari”.
L’incontro di questa mattina è stato anche un’occasione per fare il punto sul dialogo ecumenico. Per Bedford-Strohm rimane in particolare il nodo dell’ospitalità eucaristica. Sottolineando il percorso di riconciliazione avvenuto tra le due grandi confessioni tedesche – in particolare ha citato la Dichiarazione di Magdeburgo del 2007 sul mutuo riconoscimento del battesimo tra evangelici e cattolici – il presidente dell’EKD ha detto: “Come cristiani tedeschi, eredi di quelle separazioni che hanno segnato la cristianità per secoli, abbiamo una particolare responsabilità nel far proseguire l’ecumene. Pertanto siamo convinti che dobbiamo aprire un nuovo capitolo sul fronte della mutua comprensione”. Quello del battesimo è elemento centrale anche per papa Francesco: “E’ grazie alla comunione spirituale rinsaldatasi in questi decenni di cammino ecumenico che possiamo oggi deplorare insieme il fallimento di entrambi a riguardo dell’unità nel contesto della Riforma e degli sviluppi successivi, nella realtà dell’unico battesimo che ci rende fratelli e sorelle; e nel comune ascolto dello Spirito, sappiamo apprezzare in una diversità ormai riconciliata, i doni spirituali e teologici che della Riforma abbiamo ricevuto”. Anche Bedford-Strohm ha ribadito come “la misericordia di Dio sia più forte delle nostre separazioni”, ma che servono nuovi approcci nel dialogo teologico, magari partendo dal comune sacramento del battesimo, per evitare che ci siano “nuove stagnazioni nell’ecumene”. “Per questo abbiamo bisogno del Suo sostegno”, ha detto il vescovo luterano a papa Francesco, che gli ha portato in dono la “Lutherbibel”, edizione speciale fresca di stampa delle Sacre Scritture tradotte dal Riformatore Martin Lutero. L’incontro si è concluso con l’invito al pontefice di recarsi in Germania, avanzato congiuntamente dal presidente dell’EKD e dal cardinale Marx.
Dopo l’udienza dal papa il presidente Bedford-Strohm ha avuto colloqui con il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Ieri mattina la delegazione dell’EKD ha partecipato al culto domenicale nella Chiesa valdese di piazza Cavour a Roma e ha avuto un incontro con Annette Schavan, ambasciatrice tedesca presso la Santa Sede.