Roma (NEV), 22 febbraio 2017 – Non succede tutti i giorni di partecipare a un convegno insieme a Caterina Cybo (1501-1557), duchessa di Camerino seguace dei movimenti di riforma evangelica in Toscana, o a Scipione Lentolo (1525-1599), pastore e teologo calvinista italiano. Un “salto temporale” dal XVI al XXI secolo reso possibile dagli organizzatori del colloquio internazionale “Rileggere la Riforma” (20-22 febbraio), in corso a Firenze presso la sala Brunelleschi: sul badge d’ingresso il nome di ogni partecipante è stato associato a quello di un (o una) protagonista dell’epoca delle Riforme. L’intento dei tre giorni di questo convegno – promosso dal Centro studi per l’ecumenismo in Italia con sede a Venezia – è proprio di far rivivere nella loro verità storica protagonisti, idee e fatti relativi non solo alla Riforma di Lutero, di cui quest’anno si celebrano i 500 anni, ma anche di quegli altri movimenti evangelici che non confluirono nel protestantesimo. Questo nel quadro ecumenico di una storia condivisa, di un passato di divisioni riletto nella prospettiva di una comune eredità europea.
La sessione di apertura, nel pomeriggio di lunedì 20, ha subito evidenziato il carattere interdisciplinare – sottotitolo del colloquio è “Riletture teologiche, storiche, giuridiche, artistiche e letterarie della riforma del XVI secolo” – e interconfessionale dell’incontro. Dopo le parole di benvenuto di Renato Burigana della Fondazione Giovanni Paolo II, e il saluto dell’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, è infatti intervenuto il vescovo Munib Younan, vescovo della Chiesa evangelica luterana in Giordania e Terra Santa e presidente della Federazione luterana mondiale (FLM).
Younan ha spiegato come la FLM intenda vivere questo quinto anniversario della Riforma protestante in una dimensione globale ed ecumenica, nella comprensione della Riforma “non come un fatto del passato, avvenuto una volta per tutte”, ma come una “esigenza costante” di ogni generazione cristiana, secondo il motto protestante “ecclesia reformata semper reformanda est”: la chiesa riformata è sempre da riformare. L’idea di una “riforma permanente” permette di guardare al presente e al futuro di un protestantesimo che è nato in Europa ma oggi, come ogni altra confessione cristiana, è soprattutto diffuso nel su del mondo, e che intende pensare la propria testimonianza insieme agli altri cristiani. Younan si è quindi dilungato sull’incontro di Lund (Svezia), lo scorso 31 ottobre, che lo ha visto guidare insieme a papa Francesco la liturgia della commemorazione congiunta per l’avvio del Cinquecentenario della Riforma protestante.
Nella sessione inaugurale sono inoltre intervenuti mons. Luciano Giovannetti, presidente della Fondazione Giovanni paolo II; Ibrahim Faltas, Custodia di Terra santa; padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Consiglio di scienze storiche; il pastore Italo Pons, in rappresentanza della Tavola valdese; mons. Piero Coda, preside dell’Istituto universitario Sophia.
Dopo tre sessioni dedicate ai temi “Vedere – Immagini dalle Riforma del XVI secolo”, “Raccontare – Storia e storie della Riforma del XVI secolo” e “Ascoltare – Voci dalla Riforma nel tempo e nello spazio”, il colloquio si conclude oggi con la sezione “Ripensare – Letture ecumeniche della Riforma”, durante il quale interverranno, tra gli altri, Riccardo Burigana del centro studi per l’ecumenismo in Italia; Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio della CEI per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso; Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in italia (CELI)