Roma (NEV), 28 marzo 2012 – Il 98% degli immigrati in Friuli Venezia Giulia aderisce a una religione. E’ questo il primo dato di una ricerca su di un campione di 315 stranieri, condotta da Marco Orioles, docente di discipline sociologiche presso l’Università di Udine. “Si tratta di un tasso molto alto – sottolinea Orioles – che tradisce un forte attaccamento a un elemento pregnante della propria identità di origine”. Del campione preso in esame, poco più di un terzo (34.9%) è costituito da musulmani, mentre la maggioranza è di religione cristiana ripartita nelle sue principali confessioni: cattolici (25.7%), ortodossi (20%) e protestanti (16.5%). La ricerca è stata presentata lunedì scorso presso il palazzo della Regione durante il convegno “Il nuovo pluralismo religioso in Friuli Venezia Giulia” al quale hanno partecipato diversi rappresentanti di comunità di fede, tra i quali Mirella Manocchio, pastora della chiesa metodista di Udine.
Nella presentazione Orioles ha sottolineato come per un immigrato che si ritrova in un paese straniero, la religione praticata nel proprio paese d’origine “svolga un ruolo cruciale nella definizione del sé”. Non stupisce quindi che solo il 19.4% degli intervistati non partecipi mai a cerimonie religiose, mentre il restante 80% dichiara di andare regolarmente, spesso (48.3%) o almeno qualche volta (32.4%) nel rispettivo luogo di culto. La comunità più regolare nella partecipazione è quella protestante, con il 98,1% che frequenta i culti regolarmente, spesso o qualche volta. Seguono i cattolici, praticanti nella misura del 91.4%, gli ortodossi con l’84.1%, e i musulmani, il cui tasso di partecipazione scende al 62.7%. “Sono dati che confermano anche l’esperienza delle nostre chiese – ha commentato la pastora Manocchio -.
In un recente viaggio in Ghana ho avuto ulteriore conferma di quanto sia importante la dimensione religiosa che è estesa a tutti gli aspetti della vita quotidiana e non solo a quelli strettamente ecclesiastici”. Nel suo intervento al convegno di Udine, la pastora Manocchio ha ricordato l’esperienza delle chiese valdesi e metodiste, nelle quali la presenza di stranieri raggiunge il 10-15% del totale dei membri, e del percorso “Essere chiesa insieme” per l’integrazione multietnica degli evangelici in Italia.