Roma (ACAT/NEV), 24 luglio 2013 – L’Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura (ACAT Italia) lo scorso 12 luglio con un comunicato stampa è intervenuta nel “caso Salabayeva” per chiedere chiarimenti sul rimpatrio forzato della moglie del dissidente kazako Ablyazon e la loro figlioletta Alua, prelevate lo scorso 29 maggio dalla squadra mobile di Roma in una villetta a Casalpalocco e messe due giorni dopo su un aereo affittato dalle autorità kazake e diretto nella capitale Astana. “È necessario che vengano accertati i fatti e individuati i responsabili quanto prima – ha commentato Massimo Corti, di ACAT Italia –. Il nostro Paese, infatti, procedendo con un rimpatrio forzato verso uno Stato nel quale è reale il rischio di subire persecuzioni, ha violato il Testo Unico sull’Immigrazione e creato imbarazzo sul piano internazionale”.