Roma (NEV), 12 gennaio 2018 – In Sicilia, nel ragusano, una sinergia virtuosa tra chiese, società civile, operatori sanitari e volontari ha permesso a due fratellini siriani di essere curati in tempi brevissimi per una grave malattia. I due bambini, giunti lo scorso 27 ottobre all’aeroporto di Roma-Fiumicino con i genitori grazie ad un corridoio umanitario dal Libano, sono stati accolti presso la “Casa delle culture” di Scicli (RG), un progetto di Mediterranean Hope-Programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). La FCEI è promotrice, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e la Tavola valdese, dei #corridoiumanitari che hanno già portato in sicurezza un migliaio di profughi particolarmente vulnerabili. E’ il caso dei due fratelli, affetti da una grave forma di anemia ereditaria: la talassodrepanocitosi. “Ormai sono alla loro terza trasfusione”, spiega Giovanna Scifo, referente della Casa delle culture, rallegrandosi di come siano stati presi in carico “senza se, e senza ma” dagli operatori del Centro di Talassemia dell’Azienda sanitaria di Ragusa, anche nella temporanea mancanza di documenti sia anagrafici che sanitari, “dimostrando grande sensibilità e disponibilità”.
A farsi carico dello svolgimento dell’iter burocratico e delle spese necessarie è stato il dottor Giuseppe Tavolino, presidente dell’Associazione FASTED onlus (Federazione associazioni siciliane di talassemia, emoglobinopatie e drepanocitosi). In una lettera di ringraziamento al dottor Tavolino estesa anche al primario del Centro, Giovanna Scifo si fa portavoce della famiglia dei due piccoli pazienti, esprimendo gratitudine per le procedure e le analisi che hanno permesso ai fratelli talassemici di accedere in tempi brevissimi alle terapie. “Per i nostri piccoli tutto procede al meglio”, conclude la lettera.