Roma (NEV), 1 aprile 2019 – Dal 26 al 28 marzo scorsi, l’Università di Notre Dame (Indiana, USA) ha ospitato rappresentanti delle cinque famiglie cristiane mondiali formalmente associate alla dichiarazione congiunta sulla Dottrina della giustificazione per fede (JDDJ). Firmata inizialmente da luterani e cattolici nel 1999, la JDDJ ha risolto efficacemente uno dei conflitti chiave della Riforma e posto fine alle rispettive scomuniche. Negli anni successivi, ha raccolto anche le adesioni del Consiglio metodista mondiale (WMC), della Comunione mondiale di chiese riformate (WCRC) e della Comunione anglicana, presenti in Indiana insieme ai leader della Chiesa cattolica romana e della Federazione luterana mondiale (FLM).
La consultazione ha rimarcato la rilevanza del messaggio evangelico della salvezza: “per sola grazia, nella fede nell’opera salvifica di Cristo e non per alcun merito da parte nostra, siamo accettati da Dio e riceviamo lo Spirito Santo, che rinnova i nostri cuori, ci chiama e ci rende capaci di buone opere”.
L’intento è quello di proseguire nel cammino di una maggiore comunione ecclesiale e di una testimonianza più visibile, anche sull’onda dei legami più profondi che si sono sviluppati negli ultimi due decenni. I partecipanti hanno accolto l’imperativo di Lund, il primo dei cinque firmati da papa Francesco e dal vescovo luterano Munib Yunan, presidente della FLM, in occasione delle celebrazioni per I 500 anni della Riforma, cioè quello che indica di partire da una prospettiva di unità e non dal punto di vista della divisione. Si è inoltre deciso di utilizzare il metodo del consenso per raggiungere accordi su convinzioni comuni mantenendo al contempo le diverse espressioni confessionali.
Fra i temi al tavolo, il reciproco riconoscimento dei ministeri, la cooperazione nel ministero pastorale e in campo sociale, la giustizia, gli strumenti di catechesi, il legame comune del battesimo. I partecipanti hanno riconosciuto la necessità di applicare il Principio di Lund* del 1952, che chiama ad agire insieme in tutte le cose tranne quando significative differenze di convinzione costringono ad agire separatamente.
Alla consultazione, che si è aperta con una celebrazione ecumenica di preghiera e si è chiusa con la conferenza “Dal conflitto alla comunione: il futuro dei cristiani Insieme nel mondo”, era presente, fra gli altri, Tim Macquiban, pastore della chiesa di Ponte Sant’Angelo e direttore dell’Ufficio ecumenico metodista di Roma (MEOR), in rappresentanza del WMC.
*Il principio di Lund, già enunciato dall’arcivescovo di York William Temple, viene definito dalla commissione Fede e costituzione nel 1952 con queste parole: “Ancora una volta è emerso chiaramente che più cerchiamo di avvicinarci a Cristo più ci avviciniamo fra di noi”. Fede e costituzione nasce nel 1910 e diventa nel 1948 una commissione teologica del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), con al suo interno anche rappresentanti cattolici.
@macquibant pleased to represent @WMCouncil on behalf of @methodist_rome at this important ecumenical event at Notre Dame #JDDJ https://t.co/IJUnl4NhUc
— Methodist Ecumenical Office Rome (@methodist_rome) April 1, 2019