Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele

Dal 15 al 22 settembre il Consiglio ecumenico delle chiese invita a riflettere e pregare per la situazione in Palestina e Israele

Ni'lin. Foto di Nadia Angelucci

Roma (NEV), 10 settembre 2019 – “L’umanità e l’uguaglianza nella creazione di Dio” è il tema che quest’anno il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ha scelto per la Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele, manifestazione annuale di solidarietà e speranza che si svolge dal 15 al 22 settembre e che include la Giornata internazionale della pace del 21 settembre.

Il tema di quest’anno è stato scelto per sfidare razzismo, xenofobia, stigmatizzazione ed esclusione influenzate da politiche populiste. L’obiettivo è quello di ispirare e riaccendere la preoccupazione per la dignità umana di tutte le persone, indipendentemente dalle differenze etniche, religiose o politiche, e la lotta per la realizzazione dei diritti umani uguali e inalienabili di tutti.

Ogni anno durante la settimana che include la Giornata internazionale della pace (21 settembre), le chiese, le organizzazioni collegate, le congregazioni e le persone di fede sono incoraggiate a partecipare a servizi di culto, eventi educativi e atti di sostegno per una pace giusta e sostenibile sia per i palestinesi che per gli israeliani.

“Il conflitto e l’ingiustizia in corso in Palestina e Israele hanno creato vittime in tutte le comunità – si legge nel testo che è stato diffuso per incoraggiare a partecipare all’iniziativa -. Questa situazione influisce sul futuro di tutti nella regione, nega la pari dignità umana di tutte le persone e in tutti gli aspetti della creazione di Dio. Sebbene siamo tutti ugualmente creati a immagine di Dio, l’occupazione militare, le sue pratiche discriminatorie e il suo impatto su intere comunità palestinesi è un ostacolo alla pienezza della vita per tutti nella creazione di Dio”.

L’iniziativa si inserisce nel contesto del conflitto israelo-palestinese e della ricerca di una pace sostenibile basata sul riconoscimento dei diritti umani inalienabili di tutte le persone nella regione. Il Consiglio ecumenico delle chiese è da anni impegnato su questi temi anche con il programma di accompagnamento ecumenico in Palestina e Israele (EAPPI), creato nel 2002, e che fornisce una presenza continua di 25-30 accompagnatori ecumenici, che prestano servizio sul campo per tre mesi nell’accompagnamento di persone e comunità locali, offrendo presenza protettiva e testimoniando le loro lotte e speranze quotidiane.

“Proprio come affermiamo che esiste il diritto dello Stato di Israele e il diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico, così affermiamo l’eguale diritto del popolo palestinese alla realizzazione dei suoi diritti all’autodeterminazione in uno stato sui territori occupati dal 1967, e con Gerusalemme come città condivisa per due popoli e tre fedi – si legge in una dichiarazione pubblica del maggio 2019 del Comitato esecutivo del CEC-. Proprio come denunciamo categoricamente l’antisemitismo come peccato contro Dio e l’umanità, così rifiutiamo la discriminazione, l’emarginazione, la punizione collettiva e la violenza contro il popolo palestinese sulla base dell’etnia, della razza o della religione come peccato contro Dio e l’umanità”.

Qui tutte le informazioni sulla Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele