Brasile. ACT denuncia la violenza contro le comunità indigene

Il Forum Ecumenico ACT Alliance – Brasile ha espresso solidarietà alle comunità indigene Guarani e Kaiowá per le ripetute violenze contro di loro

Foto di Vitor Marinho - Flickr

Roma (NEV), 9 gennaio 2020 – Il Forum Ecumenico ACT Alliance – Brasile, che racchiude chiese e organizzazioni religiose, ha espresso solidarietà alle comunità indigene Guarani e Kaiowá dello stato del Mato Grosso do Sul e ribadito la propria indignazione per le ripetute violenze contro di loro.

“Denunciamo l’incendio della Casa di Preghiera della comunità dei Guarani Laranjeira Nhanderu, nel comune di Rio Brilhante, e le sparatorie contro la stessa comunità. Nulla giustifica atti di violenza come quelli avvenuti a Dourados lo scorso 3 gennaio, che hanno ferito tre indigeni e una guardia di sicurezza dei proprietari terrieri. Siamo stati informati che un ragazzo indigeno è rimasto mutilato per aver maneggiato una granata che è stata abbandonata nei pressi della comunità. Chiediamo che questi casi di violenza siano oggetto di indagini indipendenti. Inoltre, chiediamo indagini sul pestaggio di una famiglia indigena anche nella città di Dourados”.

La situazione delle comunità indigene Guarani e Kaiowá è particolarmente critica. Prima dell’approvazione della Costituzione brasiliana del 1988 gli indigeni sono stati allontanati dal loro territorio ricco di risorse naturali, adesso rivendicato dai fazendeiros come proprietà privata, disboscato e messo a produzione con piantagioni di mais, soia, canna da zucchero e allevamento.

Dopo aver tentato di aprire un dialogo con le autorità per poter rientrare nelle proprie terre le comunità indigene hanno iniziato un processo di auto-demarcazione e hanno deciso di tornare sulle terre che considerano proprie. Questo processo chiamato retomada, il ritorno alle terre ancestrali, è pacifico e coinvolge tutta la comunità che si sposta a piedi.

In Brasile vivono circa 850.000 indigeni; l’area in cui vivono, circa il 13% del territorio brasiliano, è attraversata da un conflitto con chi ha delle mire sulle risorse naturali. Lo stesso presidente Bolsonaro ha più volte sottolineato di ritenere eccessiva la protezione del governo federale nei confronti di queste popolazioni definendo i territori protetti dove vivono le comunità come un ostacolo all’agricoltura estensiva. Secondo Global Witness il Brasile è al quarto posto tra i paesi più pericolosi per i difensori dell’ambiente e della terra.

Di fronte agli episodi di violenza degli ultimi giorni, diverse organizzazioni ecumeniche hanno realizzato una Missione di Emergenza chiedendo rispetto per le religioni originali delle popolazioni indigene, responsabilità e conseguente punizione per chi ha commesso atti di violenza, protezione incondizionata delle comunità tradizionali e assunzione responsabilità delle agenzie statali che violano il loro mandato di proteggere questi gruppi, ripresa dei processi di identificazione e regolarizzazione dei territori di Guarani-Kaiowá da parte del FUNAI, del Ministero della Giustizia e della Presidenza della Repubblica, unico mezzo concreto per prevenire un genocidio ancora maggiore, accordi equi sulla compensazione delle prestazioni sociali per i proprietari terrieri indigeni per alleviare i conflitti.