Accendiamo la pace. Mobilitazioni in tutto il mondo

Oltre alla manifestazione nazionale per la pace a Roma, segnaliamo l'iniziativa culturale di Mosaico di pace, che a gennaio ha pubblicato un numero speciale monografico su pace e Mediterraneo. Al suo interno, anche un intervento di Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, sulle guerre di religione

Roma (NEV), 24 gennaio 2020 – L’appuntamento per la manifestazione per la pace a Roma è sabato 25 gennaio alle 17 in piazza dell’Esquilino. In moltissime città in Italia e nel mondo si terranno cortei, fiaccolate e incontri. La mobilitazione è promossa dal movimento pacifista statunitense contro la guerra e, in Italia, dalla Rete della pace. Hanno aderito numerose associazioni e organizzazioni, fra cui la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

Fra le iniziative per la pace, segnaliamo il lavoro editoriale della rivista Mosaico di pace, che a gennaio 2020 ha pubblicato il numero speciale monografico dal titolo “Mediterraneo arca di pace?”. L’idea nasce in vista dell’incontro su “Mediterraneo, frontiera di pace”, organizzato dalla Conferenza episcopale italiana (CEI) a Bari a febbraio e, come si legge nella presentazione del numero, “avendo sullo sfondo il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace, ‘La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica’”.

Sul numero di gennaio di Mosaico di pace, oltre a un intervento del presidente della FCEI, pastore Luca Maria Negro sulla prima Assemblea ecumenica europea di Basilea del 1989, è presente anche un articolo di Paolo Naso, coordinatore del programma rifugiati e migranti FCEI “Mediterranean Hope”, nonché politologo e scrittore. Naso ha recentemente pubblicato il volume edito da Laterza intitolato “Le religioni sono vie di pace. Falso!”.

Parlando di “Guerre di religione”, l’autore si interroga se le religioni siano vie di pace e approfondisce le implicazioni politiche, sociali e storiche. “Le religioni non sono vie di pace” scrive Naso, che prova a spiegare il senso di questo saggio “da credente che, per vocazione e impegno, è convinto che le religioni potrebbero avere un ruolo positivo nella costruzione e nel consolidamento di processi di pace. Anzi dovrebbero. Ma si tratta di un condizionale che assume il fatto che, invece, sia nel corso della storia che nell’attualità più recente, le religioni abbiano fatto tutt’altro che proporsi come vie di pace”.

Nell’articolo Paolo Naso parla quindi di ordine geopolitico europeo, di stati confessionalmente caratterizzati, di guerre, guerre di religioni, strumentalizzazioni che da Oriente a Occidente hanno contraddistinto non solo la storia dell’umanità, ma anche la contemporaneità. Il controllo delle terre, delle risorse, del potere, sono tutti elementi che hanno evidenziato lo scollamento, nei conflitti, fra elementi spirituali e ideali e la dimensione materiale.

Fragilità, colpevolezza, innocenza, dialogo, pratica della pace, pratica della violenza, sono solo alcuni dei temi trattati nell’articolo, che senza elusioni cerca di trovare il bandolo della matassa: “Dall’India alla Nigeria, dalla Siria a Israele e Palestina, dalla Russia agli Usa, dal Brasile all’intero Centro America assistiamo alla crescita di nazional-fondamentalismi che coniugano con pieno successo una visione politica sovranista e il recupero di identità religiose rigide e aggressive” scrive ancora Naso che, nella chiusura del pezzo, pone domande cruciali alla politica e alle religioni del nostro tempo.

“Mosaico di pace” è la rivista mensile promossa dalla sezione italiana di Pax Christi (movimento cattolico internazionale per la pace). Consulta il sito di Mosaico di Pace cliccando QUI.