“Ritirare gli investimenti alle imprese che violano i diritti umani”

Il Fondo sovrano norvegese la scorsa settimana ha posto il veto agli investimenti in alcune grandi imprese multinazionali, sotto osservazione anche l’italiana Enel. Le chiese chiedono alle comunità religiose di ritirare i loro investimenti nelle imprese che violano i diritti umani, i diritti delle comunità e i diritti della natura

Roma (NEV), 21 maggio 2020 – Le Red Iglesias y mineria, che promuove una campagna internazionale di disinvestimento nelle compagnie minerarie, ha accolto con favore la decisione del Fondo sovrano norvegese che la scorsa settimana ha posto il veto agli investimenti in alcune grandi imprese multinazionali. 

Il 13 maggio scorso infatti, sostenendo che gli investimenti economici dovrebbero essere governati da principi etici, il più grande fondo d’investimento al mondo, il Fondo pensioni del governo norvegese ha posto il veto sugli investimenti in cinque giganti dell’energia e delle materie prime, Glencore (Svizzera), Anglo American (Regno Unito), l’azienda elettrica tedesca RWE, la sudafricana Sasol e l’olandese AGL Energy. L’esclusione dal portafoglio del Fondo è giunta in seguito ad una valutazione basata su criteri di sostenibilità ambientale in relazione alle emissioni di gas serra.

Il fondo, istituito nel 1990 e alimentato dalla produzione di petrolio e gas, opera secondo le linee guida etiche stabilite dal Parlamento norvegese ed esclude le aziende che non le rispettano. 

Tra le società messe sotto osservazione durante l’ultima tornata anche l’italiana Enel SpA.

La Red Iglesias y mineria, uno spazio ecumenico, composto da comunità cristiane, gruppi pastorali, congregazioni religiose, gruppi di riflessione teologica, laici, vescovi e pastori che cercano di rispondere alle sfide degli impatti e delle violazioni dei diritti socio-ambientali causati dalle attività minerarie nei territori in cui vivono e lavorano, ha dichiarato che questa azione dovrebbe incoraggiare le comunità religiose a riconsiderare le loro pratiche finanziarie e a rivedere il rapporto con il finanziamento delle attività estrattive ritirando i loro investimenti economici nelle imprese che violano i diritti umani, i diritti delle comunità e i diritti della natura.

Il Fondo pensioni norvegese ha aggiunto alla sua lista nera anche due grandi aziende brasiliane. Si tratta di Vale, colpevole di gravi danni ambientali, e di Eletrobras, accusata di aver violato i diritti umani in relazione alla nuova centrale di Belo Monte.

“L’esclusione della società Vale dagli investimenti del Fondo Pensione Norvegese è un segnale molto importante per il mondo, perché conferma che questa società mineraria viola i diritti umani e causa disastri e distruzioni irreparabili. È anche, in un certo senso, un invito all’azienda ad adottare misure efficaci e urgenti nei confronti delle comunità nei cui territori opera e ai suoi lavoratori” hanno affermato in Brasile i membri dell’Articolazione delle Persone Colpite dalla Compagnia Vale.

Anche in Italia ci si sta muovendo per portare all’attenzione del Fondo la situazione dell’impresa tedesca Rheinmetall, che controlla la fabbrica di armi RWM che opera in Sardegna, e di sostenere la campagna che Finanza etica e Rete italiana disarmo, di cui fa parte la Commissione Globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, stanno portando avanti per per fermare l’esportazione di armi che contribuisce alla violazione dei diritti umani in Yemen.