Roma (NEV), 16 giugno 2020 – Massimo Aprile e Anna Maffei, pastori battisti di Milano, indirizzano al sindaco Giuseppe Sala una lettera sul caso della controversa statua di Indro Montanelli.
In questi giorni, il dibattito sulla rimozione dei simboli o delle statue di personaggi che hanno fatto la loro epoca si è fatto sentire molto forte sui giornali e sui social. Detrattori e sostenitori di ciò che quelle statue rappresentano o hanno rappresentato, si interrogano (e a volte si insultano) sull’opportunità o meno che tali simboli restino come monito per il futuro.
La discussione sulla rimozione delle statue, a volte anche violenta, si è riaccesa in parte sull’onda delle proteste nate all’indomani dell’uccisione di George Floyd, ma il tema è sempre attuale. Ne è un esempio il caso Montanelli: giornalista osannato da certuni, ma anche figura torbida e ambigua per il matrimonio forzato con una bambina di 12 anni in epoca coloniale. Già in passato, di fronte alla statua in questione, a Milano, sui cartelli di protesta si poteva leggere: “Montanelli colonialista fascista e stupratore” e “Giardini Destà, dodicenne fatta schiava da I. Montanelli in Etiopia nel 1936”.
Il pastore Aprile e la pastora Maffei rimarcano che “chiunque viola i diritti dell’infanzia, ovunque, commette il più ignobile dei reati”. E invitano Sala a sostituire la statua di Montanelli con una più idonea al luogo. Magari, spostandola altrove: “Avrà salvato la memoria della fondamentale libertà di stampa, ricordando soprattutto ai giornalisti di esercitarla appieno perché questo loro diritto è anche loro dovere nei confronti dei lettori, e avrà dato l’occasione di insegnare in positivo qualcosa ai nostri bambini e bambine. Evitando così l’imbarazzo di dover rispondere alla domanda: ‘Nonno/a perché la statua di questo anziano signore è sempre imbrattata di vernice?’”.
Riportiamo la lettera integrale.
Buongiorno sindaco Sala,
siamo due nonni, impediti dalla lontananza e dal lavoro di portare i loro nipotini e nipotine al parco, ma con un grande desiderio di poterlo fare presto.