Mozambico, chiese: governo metta fine a conflitto nel Nord del Paese

I rappresentati religiosi lanciano un appello affinché si interrompa l'escalation di violenze a Cabo Delgado, nel nord del Paese. Negli scorsi giorni Total ha annunciato il ritiro immediato di tutto il suo personale dalla penisola di Afungi dopo l'assalto alla città di Palma.

Mozambico, foto di Edvin Johansson, unsplash

Roma (NEV), 30 aprile 2021 – Le chiese mozambicane chiedono “un’azione determinata del governo per fermare il conflitto armato” nel Nord del Paese. Ne dà notizia il sito del Consiglio ecumenico delle chiese, in quest’articolo a firma di  Fredrick Nzwili. 

L’attenzione dei leader delle chiese è rivolta in particolare a Cabo Delgado, una provincia settentrionale, dove si sono verificati di recente diversi attacchi, attribuiti a gruppi estremisti. Nella città di Palma, il 24 marzo scorso, sarebbero state uccise decine di persone a dozzine, in un assedio durato oltre 10 giorni.

Per il vescovo Joaquina Filipe Nhanala, della Chiesa metodista unita, gli attacchi “provocano migliaia di sfollati e morti, che vanno ad aggiungersi a un paese già devastato”.

A gennaio, infatti, come ricorda Vatican news, il Mozambico è stato flagellato dal ciclone Eloise che ha provocato decine di morti e circa 250mila sfollati, distruggendo più di 70 strutture sanitarie e 400 scuole. Conseguenze ugualmente drammatiche le hanno lasciate anche il ciclone Chalane, abbattutosi sul Paese a dicembre 2020, ed il ciclone Idai che, nel 2019, ha provocato oltre 600 morti e 1.500 feriti.

Le contese risorse di gas naturale sarebbero, secondo il rappresentante religioso, la causa principale all’origine dell’escalation di violenza.

I funzionari della chiesa ritengono che siano 700mila le persone sfollate a causa degli scontri e circa 1.500 quelle uccise nelle violenze a Cabo Delgado.

“Occorre fare tutti gli sforzi possibili per riportare la sicurezza nella provincia. Serve un piano di risposta rapida che dovrebbe mirare a fornire assistenza urgente e sostentamento vitale per centinaia di migliaia di persone ancora in aree insicure, nonché nelle comunità sfollate e ospitanti”, ha affermato Victoria Chifeche, responsabile del programma del Comitato ecumenico per lo sviluppo sociale.

Nel 2020, il Comitato ecumenico per lo sviluppo sociale, membro di ACT Alliance, ha fornito acqua, servizi igienici e servizi igienici, attrezzi agricoli e sementi come parte della risposta umanitaria a 1.000 famiglie sfollate a Cabo Delgado. Da marzo di quest’anno offre rifugio a 300 famiglie nel centro di Corrane per le persone sfollate.


Per maggiori approfondimenti:
“Perché la crisi del Nord Mozambico dovrebbe riguardarci”, da Africa rivista
“Mozambique: Why IS is so hard to defeat in Mozambique”, BBC