Canada. Reazioni delle chiese e contro le chiese dopo ritrovamento tombe bambini

Centinaia di tombe senza nome sono state ritrovate, in poco più di un mese, nei pressi di ex-scuole residenziali cattoliche destinate a migliaia di bambini indigeni strappati alle famiglie per essere assimilati. Proteste, preghiere, ma anche violenze, sono seguite nel Paese dopo le macabre scoperte

Schermata di immagini inerenti le commemorazioni per ricordare i 215 bambini le cui tombe sono state ritrovate nell'area dell'ex scuola residenziale indiana di Kamloops, in Canada. maggio 2021

Roma (NEV), 6 luglio 2021 – Centinaia di tombe senza nome, con i resti di bambini e ragazzi, sono state scoperte in prossimità di scuole cattoliche “residenziali” in Canada. Le macabre scoperte, in poco più di un mese, hanno scosso l’opinione pubblica in tutto il Paese e oltre.

“La verità che vediamo rivelarsi sulla morte di bambini strappati alle loro famiglie per frequentare una scuola dove sono stati spogliati della loro cultura, disumanizzati, affamati e sottoposti a orribili abusi, corrisponde alla definizione riconosciuta a livello internazionale di genocidio” afferma il Centro nazionale per la verità e la riconciliazione (NCTR).

Il 28 maggio sono stati identificati i resti di 215 bambini nell’area dell’ex scuola residenziale indiana di Kamloops. Il 24 giugno, la Cowessess First Nation ha annunciato che 751 persone, per lo più bambini, sono stati trovati in tombe senza nome nell’ex sito della Marieval Indian Residential School, nel Saskatchewan. A inizio luglio, altre 182 tombe anonime sono state individuate presso l’ex scuola residenziale della missione di Sant’Eugenio, vicino a Cranbrook.

L’NCTR, che da anni si occupa di raccogliere documentazione e testimonianze, ha chiesto ai governi federali e provinciali, alle istituzioni mediche e agli enti cattolici di fornire un accesso aperto e responsabile ai documenti e ai registri delle scuole. Obiettivo: avere un quadro completo delle scuole residenziali in tutto il Canada.

Diverse manifestazioni in onore delle vittime si sono tenute nelle ultime settimane, coinvolgendo persone sopravvissute, familiari, insegnanti, artisti, cittadini, comunità native. “Piangiamo e onoriamo le vite di coloro che sono stati persi nel sistema scolastico residenziale canadese” scrive ancora il Centro per la verità a la riconciliazione.

Al momento le attività di ricerca dell’NCTR hanno portato a identificare 4.117 bambini, in un contesto che non sempre si è mostrato collaborativo. Nelle scuole in questione, attive dal 19° secolo al 1997, si moriva anche di epidemie: influenza, morbillo, tubercolosi. Tuttavia molti sopravvissuti hanno raccontato di abusi fisici e sessuali. Si parla di oltre 150.000 bambini indigeni strappati alle famiglie per essere assimilati.

Parole di supporto e di cordoglio sono giunte, fra l’altro, dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dalla Chiesa unita del Canada.

Foto dal profilo facebook di Ivan Bundy, tratta dal sito di Riforma.it

Il Segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese cristiane negli Stati Uniti (NCCCUSA), Tony Kireopoulos, ha scritto da parte sua una accorata lettera. In essa, il pastore si interroga su come uomini di fede possano aver compiuto simili atrocità a danno del loro prossimo. Le future ricerche rischiano inoltre di svelare un quadro ancor più drammatico. E di mostrare un nuovo genocidio nella storia dell’“umanità”.

Intanto, in Canada, alcune chiese sono state incendiate in segno di protesta. È seguita la condanna delle violenze da parte del primo ministro Justin Trudeau.