Per la prima volta diminuiscono gli immigrati in Italia

Un'anticipazione del 31° Dossier Statistico Immigrazione a cura di IDOS, in collaborazione con Confronti e Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. La presentazione il 28 ottobre, con la partecipazione della moderatora della Tavola Valdese Alessandra Trotta

foto: Gabriella Claire Marino, unsplash

Roma (NEV), 13 ottobre 2021 – Altro che invasione, i migranti in Italia sono meno dell’anno scorso. E non era mai successo prima. E’ uno dei dati contenuti nella 31^ edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2021, a cura del Centro Studi Idos, sostenuta dall’Otto per Mille della Tavola Valdese, di cui oggi è stata pubblicata una anticipazione.

“L’Italia – si legge nella nota odierna, in declino demografico da almeno sei anni, nel 2020 registra, per la prima volta da 20 anni a questa parte, anche il calo più alto della popolazione straniera. In un solo anno il Paese perde in tutto quasi 200mila abitanti e i residenti stranieri diminuiscono di 26.422 unità (-0,5%), attestandosi su 5.013.215”.

A causa del lockdown e delle misure contro la pandemia, “le iscrizioni dall’estero(177.304) di residenti stranieri calano di un terzo (-33,0%) rispetto al 2019 e di poco meno (-30,6%) rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Quasi dimezzati anche gli stranieri cancellati per l’estero(29.682): il 48,4% in meno del 2019. La differenza tra stranieri iscritti dall’estero e stranieri cancellati per l’estero (saldo migratorio estero) è quindi positiva (+147.622), ma più bassa di circa 58mila unità rispetto al 2019”.

Il saldo tra nati e morti registra “un incremento della mortalità che porta a un saldo naturale della popolazione totale negativo per 342.042 unità: la componente italiana perde, tra nati e morti, 392.108 persone, mentre quella straniera, grazie alle nascite, aumenta di 50.066. Gli stranieri, per la loro più giovane età, hanno patito meno gli effetti letali della pandemia ma, nonostante ciò, la loro mortalità è cresciuta in un anno del 25,5% (1.892 decessi in più del 2019) e registra l’incremento maggiore nel Nord-Ovest (+36,0%), più colpito dalla diffusione del virus.  Seppure il saldo migratorio estero e quello naturale siano anche nel 2020 di segno positivo, i residenti stranieri calano a causa di 118.949 cancellazioni d’ufficio per “altri motivi” (irreperibilità o scadenza del permesso di soggiorno) e di 133mila stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana. Nel caso dei cittadini non comunitari, al blocco delle frontiere si è aggiunto il rallentamento nella gestione delle pratiche amministrative: solo con il rilascio del permesso di soggiorno, infatti, è possibile l’iscrizione anagrafica, che oltretutto avviene dopo una presenza in Italia di una certa durata”.

Da tutti questi elementi, dunque, “scaturisce la diminuzione registrata nel 2020. In 20 anni, solo nel 2015 e nel 2016 si erano registrati lievi cali (rispettivamente -4.203 e
-12.409), ma decisamente più bassi e rilevati a posteriori dall’Istat (revisione post censuaria). Invece, il calo del 2020 è il più alto mai avuto e, al netto delle acquisizioni di cittadinanza italiana e delle cancellazioni d’ufficio, è riconducibile alla pandemia (salvo aggiornamenti che l’Istat comunicherà a fine 2021 con i dati definitivi)”.

Quanto al mercato del lavoro, secondo Idos, “la pandemia ha prodotto un eccezionale calo dell’occupazione complessiva (in tutto 456mila lavoratori in meno: -2,0%) e, parallelamente, una forte riduzione della disoccupazione (-271mila: -10,5%). Due fenomeni in apparenza contrastanti, ma da leggere insieme all’aumento dell’inattività (ossia di chi non ha e non cerca lavoro): pandemia, restrizioni per il contrasto della diffusione del virus e chiusura di molte attività durante i lockdown, hanno fortemente scoraggiato la ricerca del lavoro anche tra gli stranieri”.

Per tanto, “Il numero degli occupati stranieri, in continua crescita dal 2004, nel 2020 si riduce del 6,4% (-1,4% per gli italiani), la disoccupazione del 12,4% (-10,1% per gli autoctoni), mentre l’inattività cresce del 16,2% (+3,1% per gli italiani). Gli occupati stranieri scendono così a 2.346.000, con una perdita di 159.000 unità (erano 2.505.000 nel 2019). Ciò nonostante, a causa della consistente perdita di occupazione anche tra gli italiani, non cala l’incidenza degli stranieri sul totale (10,2%). Se nel 2004 il tasso di inattività degli stranieri era più basso di 12 punti percentuali rispetto agli italiani, dopo 14 anni il gap si è ridotto a soli 2 punti. E così, per la prima volta nella storia dell’immigrazione in Italia, il tasso di occupazione degli stranieri si attesta su un livello inferiore a quello dei cittadini italiani (57,3% rispetto a 58,2%), essendo diminuito tra i primi in misura molto più intensa (-3,7 contro -0,6 punti percentuali)”.

La presentazione nazionale del Dossier Statistico Immigrazione 2021 si terrà giovedì 28 ottobre alle ore 10.30, presso il Nuovo Teatro Orione, in via Tortona 7, a Roma, e in diretta streaming sul sito e sul canale Youtube di IDOS.

Interverranno esperti del mondo sociale, istituzionale e della comunicazione, tra cui: Nello Scavo, inviato di Avvenire; Cecilia Strada, responsabile comunicazione della ong ResQ People Saving People; suor Gabriella Bottani, responsabile di Talitha Kum, Rete internazionale contro la tratta di persone; Ada Ugo Abara, fondatrice dell’associazione Arising Africans; Paolo De Nardis, presidente del “S. Pio V”; Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese.

In vista dell’evento, sulla pagina Facebook e sul sito di IDOS saranno pubblicate altre anticipazioni, insieme a infografiche e pillole video di alcuni protagonisti del Dossier.