Salvare vite è un dovere

Archiviato anche il procedimento penale nei confronti dell'ex comandante della nave Sea Watch 3, Carola Rackete

Roma (NEV), 23 dicembre 2021 – “Carola Rackete ha agito nell’adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto nazionale e internazionale del mare”. Con queste motivazioni Micaela Raimondo, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, ha archiviato l’inchiesta a carico della comandante di Sea Watch3 che, ad aprile, era stata già definitivamente prosciolta dalle altre accuse che gli erano state mosse. Il nuovo procedimento, oggi archiviato, riguardava in particolare la decisione di entrare, senza autorizzazione, con la nave, che si trovava davanti Lampedusa ma in acque internazionali, nelle acque territoriali italiane. All’accusa di rifiuto di obbedienza a nave da guerra si era aggiunta quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

“Non potendosi considerare ‘place of safety’ il porto di Tripoli – scrive la gip – come anche sottolineato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che ha di recente evidenziato, in un rapporto, come alcune migliaia di richiedenti asilo, rifugiati, migranti presenti in Libia versino in condizione di detenzione arbitraria e sono sottoposti a torture e a trattamenti disumani e degradanti in violazione dei diritti umani”.

Immediata la reazione della ONG tedesca, come si legge in questo tweet, e di molte altre voci a sostegno dell’operato della comandante della nave.

https://twitter.com/SeaWatchItaly/status/1473927758787096579?s=20

La Federazione delle chiese evangeliche in Italia, attraverso il suo programma migranti e rifugiati, Mediterranean Hope, ormai da alcuni anni sostiene e collabora attivamente con Sea Watch e altre ONG che si occupano di salvare vite in mare. Anche le chiese protestanti europee e in particolare quelle tedesche supportano da tempo l’impegno di questa organizzazione non governativa.