Fare della memoria il nostro presente

Il testo della rubrica “Finestra aperta” di Cristina Arcidiacono, andata in onda ieri mattina, domenica 30 gennaio, al Culto evangelico.

Roma (NEV), 31 gennaio 2022 – Pubblichiamo il testo del contributo di Cristina Arcidiacono, pastora battista, andato in onda ieri, domenica 30 gennaio, all’interno della trasmissione “Culto evangelico”, su Radio Rai Uno, per la rubrica “Finestra aperta”.


“Un parco di fronte ad una scuola elementare, dei ragazzi che si incontrano di sabato pomeriggio, ci si saluta, poi alle parole si unisce la distanza dell’antipatia, infine la violenza e il disprezzo. Un ragazzo di 12 anni, viene insultato, preso a pugni e sputi da ragazze di poco più grandi, subisce violenza e discriminazione per il suo essere di fede diversa, per avere il papà ebreo.

Questo è accaduto sabato scorso, alla vigilia della settimana in cui si celebra la Giornata della Memoria, a Venturina, frazione di Campiglia Marittima, nel livornese.

Adesso siamo invece in una chat di genitori di quarta elementare: per la giornata della memoria le maestre stanno preparando la visione del film “La vita è bella”, di Roberto Benigni e lo comunicano alle famiglie. Alcuni genitori chiedono che i loro figli vengano risparmiati da emozioni tristi, altri lamentano l’uso di schermi a scuola, per bambini che già passano gran parte del loro tempo con i videogiochi.

Accosto queste due storie perché si tratta, a mio avviso, di tappe di uno stesso percorso che ha a che vedere con gli adulti, più che con le ragazze o i bambini. Entrambe avvengono in contesti definiti “normali”: la sindaca di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati, è sconvolta perché, dice, “pensavamo di essere immuni” da questo tipo di comportamenti, i genitori della chat vogliono “soltanto” il bene dei loro figli, vogliono proteggerli.

Matteo Lancini, psicologo e autore de “l’età tradita, oltre i luoghi comuni sugli adolescenti” sottolinea come, nel caso di Campiglia marittima, la reazione adulta sia fondamentale, per poter trasformare la crisi in una opportunità di crescita. “Per stimolare l’empatia tra i giovani, bisogna lavorare sugli adulti”, conclude Lancini in un’intervista a Radio tre, permettere di non aver timore delle proprie fragilità e non proiettarle con violenza su chi è considerato diverso. Troppo spesso infatti la comunicazione, soprattutto via internet, crea identità vincenti a partire da un linguaggio atrofizzato sull’io, io voglio, io compro, io sono più forte, io ti vinco, un lingua che parla l’alfabeto dell’individualismo spudorato.

Ma nella chat dei genitori, ognuno pensa al proprio figlio che si vuole proteggere dalla crisi, anche se ci si è immersi. Alla fine le maestre non faranno vedere il film, un’occasione persa.

La Memoria non è un sentimento triste, né un’emozione passeggera. Essa è cammino comune, riconoscere che siamo parte di una comunità ampia, di un orizzonte che va oltre nel tempo e nello spazio. Fare memoria è anche imparare che la vulnerabilità è dono, che la debolezza, la capacità di sentire la sofferenza dell’altro è anche una delle caratteristiche principali di Dio, la sua compassione. Quella che lo ha messo in movimento e gli ha fatto udire il grido del suo popolo, schiavo in Egitto, nel libro dell’Esodo.

Ci vuole esercizio per questo, forse non basta una vita. Ma possiamo unirci alle generazioni che ci hanno preceduti, che hanno testimoniato, affinché ricordare, fare della memoria il nostro presente possa aiutare a non temere la fragilità che ci è propria, e costruire un presente e un futuro che accolga proprio tutte e tutti”.


Qui è possibile riascoltare la trasmissione.