Lampedusa, solidarietà al collasso

Più di mille persone in queste ore nell'hotspot sull'isola, la struttura - che ne potrebbe contenere al massimo la metà - dove vengono "ospitati" i migranti dopo aver attraversato il Mediterraneo. Ma non fanno notizia...

Roma (NEV), 16 maggio 2022 – Più di mille persone, in uno spazio che ne dovrebbe contenere la metà. Donne, bambini, persone con problemi di salute, fisica e mentale. La situazione a Lampedusa, in queste ore, è di quelle che normalmente finisce in articoli dal titolo “Hotspot al collasso”.

“Sono giorni difficilissimi per le persone che arrivano – commenta Marta Barabino, operatrice di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – perchè le temperature di notte calano e quindi i migranti soffrono il freddo, arrivano fradici, e di giorno fa già caldissimo, quindi se aspettano sotto il sole, al molo Favaloro, o nell’hotspot, o durante i viaggi in mare, presentano molte volte segni di disidratazione. In più, come denunciamo da sempre, questo luogo, un’isola piccolissima in mezzo al Mediterraneo, sprovvista di molti servizi, non è adatto ad ospitare così tante persone in condizioni critiche. Chiediamo un’accoglienza degna di questo nome per tutte e tutti, soluzioni di lungo periodo per gestire il fenomeno migratorio dalla Libia e dalla Tunisia, corridoi umanitari per chi scappa da Paesi in cui vengono calpestati i diritti delle persone”.

Nel mese di aprile – gli ultimi dati raccolti da Mediterranean Hope, nel report mensile dell’Osservatorio sull’isola – sono arrivate a Lampedusa 1072 persone. Di queste, 713 sono partite dalle coste libiche mentre 359 sono partite dalla Tunisia. Rispetto ai numeri che hanno caratterizzato il mese di marzo, spiegano gli operatori di Mediterranean Hope, “abbiamo notato un notevole aumento di arrivi con un aumento di persone partite dalla Libia. Gli approdi si sono inoltre concentrati nella seconda metà del mese, dopo un lungo periodo di maltempo e condizioni meteo-marine sfavorevoli alla navigazione”.

Sulle imbarcazioni salpate dalla Libia le principali nazionalità ad aprile sono state: Bangladesh, Egitto, Marocco, seguite da vari paesi del Medio Oriente (Siria, Yemen), del Corno d’Africa (Somalia, Etiopia, Eritrea) e dell’Africa occidentale (Mali, Burkina Faso, Guinea, Costa d’Avorio, Gambia, Liberia, Sierra Leone…

Non è solo a Lampedusa che approdano in questi ultimi giorni persone che fuggono da guerre o Paesi poveri o in cerca di un futuro migliore. In Calabria, alcune imbarcazioni sono arrivate dalla Turchia. Si tratta, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Agi, del quindicesimo sbarco per un totale complessivo di 1.200 migranti giunti sulle coste crotonesi dal gennaio di quest’anno.

La solidarietà dimostrata verso la popolazione ucraina varrà anche per loro?

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