Acqua. L’insostenibilità dei consumi e degli sprechi

Prosegue il ciclo di approfondimenti curati dalla Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia in occasione del Tempo del Creato 2022

Foto Luis Tosta / Unsplash

Roma (NEV), 6 settembre 2022 – Continua il ciclo di approfondimenti della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

L’iniziativa si inserisce nella più ampia cornice del Tempo del Creato 2022, periodo liturgico che si celebra in tutto il mondo dal 1° settembre fino al 4 ottobre.

Oggi è la volta di parlare dell’insostenibilità dei consumi e degli sprechi. L’approfondimento è curato da Annette Brünger, componente della GLAM e incaricata della Rete per l’ambiente della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI).

Brünger raccoglie una serie di dati sull’acqua disponibile sulla terra, sui consumi di acqua potabile e nei diversi settori (agricolo industriale, energetico), fino a denunciare il consumo di acqua cosiddetta “virtuale”, cioè l’acqua utilizzata per produrre determinati prodotti di consumo. “Se per esempio ci facciamo una tazza di caffè – scrive Annette Brünger–, in realtà, non consumiamo solo l’acqua che abbiamo nella nostra tazza, ma tutta l’acqua utilizzata per la produzione del caffè, dalla piantagione tra le Americhe e l’Asia al prodotto finale venduto nei nostri mercati. Il consumo è stato calcolato e si aggira intorno a 132 litri d’acqua virtuale a tazza. Un chilo di caffè corrisponde a 18.900 litri, un valore altissimo come anche quello per la produzione di un chilo di cioccolata, equivalente a 17.000 litri. Per fare altri esempi, la produzione di un chilo di carne corrisponde a un consumo di acqua virtuale di 11.000 litri d’acqua, una maglietta 3.000 litri, un jeans 8.000 litri”.

Si parla poi di cambiamento climatico, di PNRR, di ingiustizia nella gestione e disponibilità di acqua a livello planetario.

Infine, un focus sullo spreco: dalla dispersione di acqua causata da infrastrutture inadeguate, all’uso non consapevole di questa risorsa fondamentale per la vita. In Italia, un triste primato: quello di consumom quotidiano, con 215 litri a persona al giorno. La media europea, riferisce ancora Brunger, è “molto più bassa (125 litri a persona). Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) un consumo corretto e sostenibile dovrebbe aggirarsi attorno ai 50 litri pro capite al giorno. Per questo è indispensabile controllare i propri consumi e vedere come ridurli”.


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L’insostenibilità dei consumi e degli sprechi di Annette Brünger

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Acqua e dintorni – INTRODUZIONE di Maria Elena Lacquaniti

Le politiche agricole dall’adattamento alla sostenibilita’ di Antonella Visintin