Biennale delle eco-comunità per il disarmo climatico e la conversione ambientale

Si è conclusa a Napoli l’Assemblea biennale delle eco-comunità. Soddisfazione per l’ingresso di altre 4 chiese e per il programma 2023 su lavoro e ambiente

Rappresentanti delle Eco-comunità chiedono il "disarmo climatico". Assemblea 2022, Napoli

Roma (NEV), 7 novembre 2022 – L’Assemblea biennale delle eco-comunità, appena conclusasi a Napoli, ha aderito alla campagna per il “disarmo climatico” in occasione della Giornata internazionale per prevenire lo sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati.

Inoltre, altre 4 chiese luterane si sono unite al percorso “eco” della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), promotrice dell’iniziativa. Si tratta delle chiese di Merano, Genova, Firenze e Napoli.

Abbiamo chiesto un commento alla coordinatrice GLAM, Maria Elena Lacquaniti, all’indomani della tre giorni napoletana. Lacquaniti ha espresso soddisfazione per l’ingresso delle nuove comunità e per l’esito della conferenza, ricca di spunti di riflessione e proposte. In programma per il 2023, una serie di conferenze su lavoro e ambiente.

La Biennale delle eco-comunità

“Hanno partecipato, tra le presenze online e quelle fisiche, circa 40 persone il primo giorno e circa 30 il secondo giorno. Siamo felicissime, inoltre, che alcuni gruppi abbiano momentaneamente lasciato i lavori dell’Assemblea per partecipare alla marcia della pace del 5 novembre, tenutasi anche a Napoli” ha detto Lacquaniti.

La coordinatrice ha sottolineato gli ottimi spunti teologici venuti dagli interventi di Kirsten Thiele, pastora luterana e vice Decana della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) e di Hanz Gutierrez, teologo e professore presso la Facoltà Avventista di Teologia.

Kirsten Thiele ha parlato, fra l’altro, di etica cristiana come etica della gratitudine. Inoltre, del concetto di “conservazione”, in quanto la salvaguardia della creazione “non è compito esclusivo di Dio, ma richiede che l’uomo rispetti e protegga, custodisca, mantenga e conservi ciò che Dio ha creato”. Non solo teologia, ma anche filosofia, quando Thiele parla di “Rendere il motivo corporeo fecondo cosmologicamente-ecologicamente, per la coesistenza di tutte le creature”, suggerendo l’idea di un “organismo” che mette in interconnessione Dio, l’umanità e il creato.

Continua Lacquaniti: “Sia Thiele sia Gutierrez hanno portato l’attenzione sulla relazione fra esseri umani e creazione. In particolare, si è parlato della visione antropocentrica che, nonostante i nostri buoni tentativi, rimane sempre determinante nel portare squilibrio. Gutierrez ha ripreso il tema della modifica dell’articolo 9 della Costituzione. Cosa rimarrà per le generazioni future? Si parla di risorse, ma non si citano i precisi diritti dell’ambiente, che rimangono impliciti”. Gutierrez ha introdotto anche alla eco-teologia di Jürgen Moltmann. Parlando dell’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, ha sottolineato che Dio si “autolimita”, nel senso che delimita la sua potenza per avvicinarsi all’uomo. L’uomo dovrebbe fare altrettanto con il creato.

Serve una conversione ecologica

Il secondo giorno, racconta ancora Maria Elena Lacquaniti, è stato incentrato sui temi della transizione energetica e della necessità di una conversione ecologica e di un passaggio coraggioso di sostenibilità, che va fatto subito.

“Abbiamo analizzato dei dati – spiega Lacquaniti – e siamo rimasti sorpresi dal fatto che, ad esempio, c’è un significativo incremento di produzione energetica da rinnovabili negli ultimi due anni, ma a questo non corrisponde una diminuzione del fossile. Perché? Come se ci si mettesse a posto la coscienza da una parte, ma dall’altra si continuasse con i soliti consumi”.

Dalle eco-comunità arriva l’invito a un comportamento consapevole e critico. Lo scopo è quello di dare significato alla sostenibilità, che deve essere basata su tre principi cardine: tutela dell’ambiente, equità ed economia giusta. “Aumentare le rinnovabili non basta, bisogna ridurre i fossili e cambiare i consumi, altrimenti questi principi resteranno irrealizzati” chiosa Lacquaniti.

…la terra c’è, ma non si vede

Emanuele De Gasperis nella sua relazione ha fatto una panoramica su sostenibilità e numero di abitanti nel pianeta. Un tempo si allevava per mangiare, oggi invece si “produce” per mangiare. Il concetto di produzione ha impatti sull’ambiente e sugli animali, con un aspetto etico che riguarda anche, ma non solo, il benessere degli animali. Basti pensare, riferisce Lacquaniti, che la vita di un pollo biologico è stimata in 80 giorni, mentre quella di un pollo in produzione industriale è di 30 giorni. “Non è con 50 giorni di differenza che ci possiamo mettere l’anima in pace” osserva la coordinatrice GLAM, che invita tuttavia a una maggiore sensibilità su che tipo di consumatori e consumatrici vogliamo essere. De Gasperis ha inoltre parlato dei cosiddetti “allevamenti a terra”, espressione un po’ romantica e naïf che richiama l’immagine di allegre galline che razzolano nell’aia, immagine ben lontana dalla realtà di enormi gabbie in batteria dove la terra c’è, ma non si vede.

Morire per la giustizia ambientale

Foto: Wiki Commons Roberto Stuckert Filho/Gab. Senador Humberto Costa

Il tema di come l’agricoltura industriale sia intersecata, anche, con le guerre in corso che non vediamo, ha portato poi a ricordare quanti sono morti per tutelare l’ambiente. Fra questi, il giornalista Dom Phillips e l’attivista brasiliano Bruno Pereira, assassinati a giugno in Brasile, mentre stavano indagando sui sequestri delle terre dei popoli non contattati. L’Amazzonia è a rischio, consumata da politiche avide che rischiano di portarla a un collasso irreversibile. “Contiamo su Lula – afferma Lacquaniti –, che nel suo programma di governo ha scritto che intende tutelare l’Amazzonia. Il mondo è appeso. Pensando all’America latina, all’Amazzonia, ma anche nel resto del mondo e alla stessa Italia, si parla di percentuali altissime di estinzione di animali selvatici e di perdita di biodiversità (dati WWF)”.

Futuro e presente, fra lavoro e ambiente

La coordinatrice GLAM Maria Elena Lacquaniti conclude con una nota di ottimismo: “Il rapporto con le eco-comunità è splendido. Vogliono essere e restare in contatto, vogliono informarsi e partecipare a un lavoro sistematico su queste tematiche, in modo costante e continuativo. Un bel segnale e un buon inizio per i prossimi due anni, fino alla prossima Assemblea. Per il 2023 abbiamo già in programma una serie di iniziative su lavoro e ambiente”.


Le eco-comunità

La Commissione GLAM è al servizio di comunità e singoli/e che intendano affrontare i temi ambientali ed ecologici in una prospettiva di fede. Fra le sue attività, c’è quella di costruire reti, sia dentro sia fuori dalle chiese, a livello nazionale e internazionale. Uno dei focus della GLAM è il lavoro per le eco comunità. Esistono “eco comunità avviate”, “in cammino” e “diplomate”, sulla base dell’adesione a una certa soglia di 40 criteri ambientali che riguardano: il culto e altri momenti liturgici. Lavori di manutenzione mirati al risparmio energetico. Eliminazione della plastica. Educazione e attuazione di comportamenti virtuosi nell’amministrazione, negli acquisti, negli usi dell’energia, della mobilità e nella gestione dei rifiuti. Fino alla verifica dell’eticità delle banche sulle quali insistono i conti correnti delle chiese. Le eco comunità in Italia che hanno richiesto il diploma della GLAM sono circa 30, su un bacino di oltre cento simpatizzanti.