Regno Unito. 1450 firme contro le politiche migratorie di Downing Street

Recapitata alla residenza del Primo Ministro britannico una lettera in cui oltre 1450 esponenti ecclesiastici definiscono la proposta di legge sull'immigrazione clandestina incompatibile con le convinzioni cristiane

La delegazione a Downing Street

Roma (NEV), 7 aprile 2023 – Oltre 1450 esponenti cristiani britannici hanno firmato una lettera che definisce la legge sull’immigrazione clandestina del governo di Rishi Sunak come “incompatibile con la convinzione cristiana secondo cui ogni essere umano è stato creato a immagine di Dio”.

La lettera, recapitata lo scorso 4 aprile al numero 10 di Downing Street, esprime lo sconcerto dei firmatari per una legge che, invece di “onorare la dignità umana”, prevede di “detenere, punire e respingere migliaia di persone in cerca di sicurezza”, causando così “danni incommensurabili a persone già vulnerabili”.

Secondo le statistiche ufficiali, due persone su tre che passano la Manica su battelli improvvisati vedono accettata la loro richiesta d’asilo, segno che sono rifugiati più che legittimi. Con la nuova proposta di legge, però, a queste persone, per il semplice fatto di aver raggiunto la Gran Bretagna con mezzi illegali, sarà di fatto impossibile presentare una domanda d’asilo, perché verranno automaticamente detenute ed espulse.

“In questa Settimana Santa – ha dichiarato il pastore Steve Tinning, responsabile delle questioni pubbliche per l’Unione battista della Gran Bretagna – oltre 1450 leader cristiani affermano che la legge sull’immigrazione illegale non rappresenta in nessun modo i valori cristiani della compassione, dell’ospitalità e della misericordia. Minaccia la detenzione di bambini innocenti, non offre alcun obbligo di fornire percorsi sicuri a chi fugge da guerre e persecuzioni, criminalizza e punisce vittime innocenti”.

“Di fronte alla proposta di legge del governo britannico, è essenziale ricordare che la grandezza della nostra nazione non sta nel voltare le spalle a chi ha bisogno, ma nell’abbracciare la nostra umanità condivisa e nell’impegnarsi a prendersi cura di tutti”, ha detto la pastora Tessa Henry-Robinson, moderatora entrante della Chiesa riformata unita.

La lettera è stata recapitata al Primo ministro da una delegaSteve Tinningzione composta, oltre che da  Tinning e Henry Robinson, dal pastore David Hardman, responsabile per le questioni pubbliche della Chiesa metodista britannica, da Richard Reddie, direttore del Dipartimento per la giustizia e l’inclusione di Churches Together in Britain and Ireland, e dal pastore Ben Aldous, responsabile per la missione e l’evangelizzazione di Churches Together in England.

La cerimonia delle nuove “Comunità santuario” di Brighton e Hove; a destra, sul fondo, il pastore Boghal

Sono sempre più frequenti le prese di posizione di esponenti cristiani contro le politiche migratorie del governo. Come è accaduto lo scorso 12 marzo, durante la cerimonia del riconoscimento di “Comunità santuario” alle chiese metodiste del circuito di Brighton e Hove per il loro impego nell’accoglienza nella solidarietà e nell’inclusione.

Nel sermone il pastore Inderjit Boghal, fondatore del movimento delle città santuario, ha detto:  “Questo riconoscimento arriva nel momento in cui il nostro governo sta rendendo sempre più difficile l’ingresso nel Regno Unito per chi è in cerca di rifugio. Chiedere asilo non è un crimine, ma criminalizzare le persone anche solo per aver cercato di raggiungere un luogo sicuro è sicuramente un crimine contro l’umanità”.