Zimbabwe. Il viaggio della delegazione battista

Una delegazione dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia ha compiuto nell’ultima decade di marzo un viaggio nel paese africano, allo scopo di visitare una serie di realtà (chiese e strutture di azione sociale)

Roma (NEV), 12 aprile 2023 – Da pochi giorni è rientrata dallo Zimbabwe la delegazione dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI). Un viaggio di diversi giorni per la pastora Anna Maffei, coordinatrice uscente del Progetto Zimbabwe dell’UCEBI, che ha passato il testimone alla pastora Antonella Scuderi. Insieme a loro, il pastore Sandro Spanu, membro del Comitato esecutivo UCEBI; Marta Vergari, responsabile dell’ufficio progetti 8×1000 UCEBI; Paolo Hou, coordinatore del programma Adozioni a distanza; Arianna Tartarelli Membro del Dipartimento di evangelizzazione; Eli Van Leusen e Gabriela Goyas, membri della Chiesa battista di Roma Trastevere. La delegazione ha visitato una serie di realtà, chiese e strutture di azione sociale.

“Per alcuni di noi era il primo viaggio in un paese africano e l’emozione della vigilia era palpabile – scrive la delegazione in un ampio resoconto su Riforma.it – . L’esperienza degli altri e l’affettuosa presenza degli amici zimbabwani hanno dissolto ogni timore e reso la nostra permanenza un’esperienza indimenticabile. Intendevamo recarci dovunque la nostra partnership nei 18 anni del nostro impegno aveva lasciato dei segni di amicizia. Quindi in primo luogo l’area dell’Ospedale Sanyati e dei sei ambulatori rurali, poi anche diverse zone dove potevamo incontrare i bambini e le ragazze del programma di adozione a distanza. E infine la sartoria solidale Tabitha, inaugurata nel 2019 e alcune comunità e realtà cui siamo legati da antica amicizia”.

Ad accogliere la delegazione, fra gli altri, il fiduciario del programma, pastore Henry Chiromo, i coordinatori in loco delle adozioni a distanza, la pastora Evelyn Phiri e il pastore David Makwara, il presidente della Convenzione battista dello Zimbabwe, past. Vudzaishe Mabuto.

Fra gli interventi in Zimbabwe, molti riguardano strutture sanitarie (un ospedale e diversi ambulatori), grazie a contributi provenienti dall’Otto per mille battista e e da quello della chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi.

L’UCEBI, si legge su Riforma, “ha anche dotato l’ospedale di una lavatrice industriale, di un’autoclave e di un nuovo pozzo artesiano. Il fabbisogno di acqua, tuttavia non è ancora del tutto risolto per la conformazione argillosa del terreno dove sorge l’ospedale e per la siccità che negli anni ha svuotato i bacini. Una buona notizia: è stata riaperta la scuola di allieve e allievi infermieri. Sono al momento un’ottantina alloggiati in maniera molto precaria”. Altri interventi riguardano, appunto, presidi territoriali dove, racconta la delegazione, “le donne partoriscono, vi si forniscono farmaci per curare la malaria, l’Aids, la Tbc e le malattie più diffuse nella regione, vi si vaccinano i bambini e si forniscono alimenti per combattere la malnutrizione. E poi si portano avanti campagne di prevenzione. Spesso i e le pazienti per raggiungere il più ‘vicino’ ambulatorio percorrono decine di km a piedi. A Sesame l’UCEBI ha provveduto a ristrutturare la maggior parte degli alloggi per le infermiere, che erano in condizioni fatiscenti. Ancora c’è da completare gli impianti idraulici di tutte le casette e ristrutturarne una completamente. L’avevamo chiamato ‘progetto dignità’ e come tale è stato recepito”.

A Gweru, nel cuore del paese, la delegazione ha fatto visita alla vedova del professore Henry Mugabe “nostro amico e teologo battista impegnato in un’operazione di apertura al pastorato delle donne e al movimento ecumenico”. Mugabe, che era preside del nuovo Seminario teologico dello Zimbabwe, è rimasto vittima insieme a suo figlio in un incidente stradale, alcuni mesi fa. Successivamente, la visita al nuovo Decano, il pastore Munorwei Chirovamavi, presso il Seminario dove studiano circa trenta studenti.

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