Una Costituzione per la Terra. Pace, giustizia, cura della casa comune

Si è chiuso a Pesaro il 40° Incontro nazionale delle Comunità cristiane di base. Fra i relatori, la pastora valdese Letizia Tomassone. Approvato un documento dal titolo “La pace è l’unica vittoria. Per la costruzione di un nuovo umanesimo e un nuovo rapporto con madre terra” incentrato su un rapporto di cura amorevole, sapiente e rispettoso per ogni creatura

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Roma (NEV), 6 giugno 2023 – Si è tenuto a Pesaro dal 2 al 4 giugno il 40° Incontro nazionale delle Comunità cristiane di base dal titolo “Una Costituzione per la Terra. Pace, giustizia, cura della casa comune”. Il tema è ispirato alla proposta del filosofo Luigi Ferrajoli, fra gli ospiti dell’incontro, che immagina una sorta di federazione dei popoli della terra. Una Costituzione in tal senso è “la sola risposta razionale e realistica allo stesso dilemma che Thomas Hobbes affrontò quattro secoli fa. La generale insicurezza determinata dalla libertà selvaggia dei più forti, oppure il patto di convivenza pacifica basato sul divieto della guerra e sulla garanzia dell’abitabilità del pianeta e perciò della vita di tutti.” si legge nella presentazione del volume di Ferrajoli, Per una Costituzione della Terra (Feltrinelli, 2022).

A Pesaro è intervenuta anche la pastora valdese Letizia Tomassone.

“Ho parlato delle prospettive di ecologiste, filosofe e pensatrici. Donna Haraway, ad esempio, con la sua idea di ‘generare genealogie’ con tutti gli esseri viventi, indica la necessità di essere consapevoli delle reti vitali che ci influenzano e che noi influenziamo” spiega Tomassone. Si tratta, anche, di una consapevolezza spirituale.

La filosofa Elena Pulcini, recentemente scomparsa, nel suo libro Tra cura e giustizia. Le passioni come risorsa sociale (Bollati Boringhieri, 2020) parla invece di “come stare in relazione con l’altro lontano nello spazio – parliamo di un Sud globale, di migranti e rifugiati – e con l’altro lontano nel tempo, cioè le future generazioni” prosegue Tomassone.

“Mettere in atto relazioni basate sul diventare responsabili, vedere l’altro, l’altra, uscire dalle nostre bolle. Queste sono le dinamiche illustrate da Pulcini, che propone inoltre le virtù verdi. Riconoscere i propri limiti, sobrietà, abbandono della dipendenza dal consumo che tutti abbiamo. Entrare in quella dimensione di interdipendenza globale che ci vede come soggetto insieme ad altri soggetti” dice ancora la pastora.

Dalla discussione è emerso il tema della capacità di stare negli spazi intermedi, di “uscire da un dualismo che ci fa prendere posizioni o tutte bianche o tutte nere. Sospendere momentaneamente il giudizio su tanti temi, anche etici, significa non tanto il non prendere posizione, ma porsi in ascolto di esperienze diverse. E andare oltre gli ostacoli. L’evoluzione non sta nel condannare o nell’accogliere in modo assoluto. L’analisi dei diversi contesti ci può aiutare a una maggiore comprensione, anche accettando di restare nella posizione scomoda del conflitto di opinioni diverse” conclude Letizia Tomassone.

Cura, pace, libertà, utopia

Il 40° Incontro nazionale delle Comunità cristiane di base è iniziato con il ricordo di chi non c’è più, per svilupparsi poi in un’atmosfera attiva e attenta alle sfide e al futuro. Erano presenti circa 80 persone da tutta Italia, ci racconta Cristina Mattiello della Comunità di San Paolo a Roma. Mattiello è anche presidente del Centro interconfessionale per la pace (CIPAX). Erano rappresentati 20 diversi gruppi, di cui 11 comunità strutturate. Fra i relatori, oltre a Ferrajoli e Tomassone, anche Sergio Paronetto con un intervento su pace, giustizia, cura della casa comune e nonviolenza. Silvia Zanconato, sul tema dei “nomi”. C’è un tempo per tacere, un tempo per parlare, e poi c’è un tempo per abitare il silenzio, un tempo per imparare a non nominare. Zanconato immagina una Eva che “innomina” tutti gli elementi che Adamo ha definito, liberandoli. Infine, Valentina Pazé, che ha parlato delle utopie, interrogandosi se si debba o no cedere alle critiche di chi le ritiene inutili, irrealizzabili, se non addirittura pericolose perché “prometeicamente orientate a un ordine artificiale”.

Il Movimento, che vede gruppi molto attivi a livello locale, ha lavorato anche in laboratori su utopia, ambiente, difesa degli alberi e pace. È stato infine approvato un documento dal titolo “La pace è l’unica vittoria. Per la costruzione di un nuovo umanesimo e un nuovo rapporto con madre terra” incentrato su un rapporto di cura amorevole, sapiente e rispettoso per ogni creatura.

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