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13 agosto, preghiera globale per la pace nella penisola coreana

Foto Ivars Kupcis/CEC

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Realizzata dal Consiglio nazionale delle chiese in Corea, la preghiera si tiene ogni anno la domenica prima del Giorno della Liberazione, osservato sia in Corea del Nord che in Corea del Sud. In questa occasione, infatti, si celebra la data in cui nel 1945 la Corea ottenne l’indipendenza dall’oppressione coloniale giapponese. Inoltre, è la data in cui la penisola venne divisa in due paesi.

Il 2023 segna, peraltro, il 70° anno di armistizio.

Il vento primaverile che soffiava sulla penisola coreana è scomparso da un po’ e ora è solo una terra piena di aria fredda – si legge nella preghiera -. Il pericolo di guerra sta crescendo e le grandi potenze stanno facendo ciò che vogliono, indipendentemente da ciò che pensa la gente di questa terra”.

La preghiera riflette sul valore delle più piccole azioni e dei più piccoli semi di pace e riunificazione che rimangono. Che il popolo prenda la croce sulle spalle e salga sulla collina della riconciliazione e della pace – si legge ancora -. Che l’energia della guerra scompaia da questa terra, e che il futuro della nostra nazione sia determinato dalla forza e dalla saggezza”.

Nel testo è presente anche un riferimento alle acque reflue nucleari contaminate, riversate nell’oceano dal Giappone.

Dio, dacci la saggezza per fermare queste azioni che mettono in pericolo l’intero pianeta – conclude la preghiera – E fa’ che il Sud e il Nord, il Nord e il Sud parlino con una sola voce e diventino un paese unito che contribuisca alla pace mondiale oltre la penisola coreana”.

Da parte sua, il Comitato centrale del CEC ha rilasciato una dichiarazione (a fondo pagina è disponibile il link al documento integrale in inglese) in cui esprime profonda preoccupazione per l’accelerazione degli scontri e delle provocazioni tra esercitazioni militari congiunte USA-Giappone-Corea del Sud e test missilistici nordcoreani. “Preghiamo per la pace e il dialogo per porre fine a questo ciclo pericoloso e per la denuclearizzazione, non solo della penisola coreana, ma del mondo intero” scrive il Comitato.

“In un momento di rinnovata escalation delle tensioni e dello scontro nella penisola coreana, ricordiamo che quest’anno ricorre il 70° anniversario dell’accordo di armistizio del 1953 che stabilì un cessate il fuoco, ma non una fine formale, della guerra di Corea – aggiunge -. Le relazioni intercoreane hanno subito un grave deterioramento dalla brusca e inconcludente fine del vertice USA-Corea del Nord ad Hanoi nel 2019”. Dalla pandemia di COVID-19, inoltre, è seguita una “completa interruzione della comunicazione tra governi, organizzazioni private, società civile e chiese in Corea del Nord e del Sud”.

Il CEC, che sostiene da quasi 40 anni gli incontri tra cristiani nordcoreani e sudcoreani e la cooperazione ecumenica internazionale per la pace e la riunificazione nella penisola coreana, attraverso il suo Comitato centrale lancia un appello affinché si dichiari la fine formale della guerra di Corea e per sostituire l’accordo di armistizio del 1953 con un vero e proprio trattato di pace. Inoltre:

Invita tutte le chiese membri del CEC e i partner ecumenici, in particolare quelli nei paesi le cui forze hanno partecipato alla guerra di Corea 1950-1953, a sostenere con i loro governi tale dichiarazione e trattato di pace.

Esorta i governi degli Stati Uniti d’America, del Giappone, della Corea del Sud e della Corea del Nord ad astenersi da dichiarazioni e azioni militari che rischiano di intensificare ulteriormente lo scontro e le tensioni nella regione, e ad adottare invece misure per ridurre le tensioni e creare un ambiente favorevole al dialogo.

Raccomanda vivamente di allentare le sanzioni di “massima pressione” sulla Corea del Nord, che hanno fallito il loro obiettivo dichiarato di impedire alla Corea del Nord di acquisire capacità di armi nucleari, ma che presentano gravi ostacoli alla cooperazione diaconale con il popolo nordcoreano, nonché al dialogo politico.

Incoraggia il segretariato del CEC, non appena possibile, a riprendere gli incontri “interpersonali” tra cristiani della Corea del Nord e del Sud, accompagnati da rappresentanti della più ampia comunità ecumenica globale, come mezzo importante per promuovere la fiducia, la comprensione reciproca e la pace.

Invita le Chiese membro, i partner ecumenici e tutte le persone di buona volontà a riflettere sulle “cose che fanno la pace” nel contesto della penisola coreana, a considerare di sostenere l'”Appello per la pace in Corea” promosso dal Consiglio nazionale delle chiese in Corea, a partecipare all’annuale Domenica di preghiera per la riunificazione pacifica della penisola, e di essere solidali con le chiese coreane e accompagnare i loro sforzi verso un regime di pace permanente nella regione e nel mondo.

La dichiarazione si conclude così: “Preghiamo affinché i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite lavorino insieme per la riunificazione pacifica della penisola coreana”.


Materiale di preghiera in inglese

Materiale di preghiera in coreano

Dichiarazione sul 70° anniversario dell’accordo di armistizio della guerra di Corea