Mattarella a Torre Pellice: “l’Odissea dei valdesi per le libertà”

“Morire sul lavoro è un oltraggio” ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della sua visita nelle valli valdesi, apertasi con un minuto di silenzio per le vittime e le famiglie colpite dall’incidente di Brandizzo. Fra i temi al centro degli incontri: impegno civile, valori costituzionali, Europa

Foto Pietro Romeo / Riforma Ecovalli

Torino (NEV), 1° settembre 2023 – Un minuto di silenzio per le 5 vittime dell’incidente ferroviario a Brandizzo. È iniziata così la visita a Torre Pellice del Presidente della

Foto Pietro Romeo / Riforma Ecovalli, il minuto di silenzio per le 5 vittime dell’incidente di Bradizzo

Repubblica Sergio Mattarella. “Morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza” ha detto il Presidente nel suo discorso di apertura. Della tragedia si è parlato più volte nel corso della mattinata, con il cordoglio espresso unanimemente dalle autorità presenti. Mattarella si è recato sul luogo dell’incidente subito dopo la visita programmata nelle Valli valdesi.

Sono stati due i momenti cruciali, organizzati in collaborazione fra il Comune di Torre Pellice, la Tavola valdese e il Quirinale: uno istituzionale presso il Teatro del Forte (dove nel pomeriggio si è tenuto un convegno di approfondimento sui temi dell’europeismo) e l’altro presso l’Aula Sinodale della Casa valdese, una sorta di “parlamento” dove pochi giorni fa si è concluso l’annuale Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi. È proprio qui che la moderatora della Tavola valdese, diacona Alessandra Trotta, ha accolto la massima carica dello Stato. Terza volta di un Presidente in visita, ma prima volta in Aula Sinodale.

I valori della Costituzione sono stati il cuore della visita presidenziale, sottolineata drammaticamente dall’ennesimo lutto per dei caduti sul lavoro. Diritti civili, diritti politici, diritti sociali, questi sono la linfa vitale del Paese, da nord a sud.

Con questo ampio sguardo, che abbraccia l’Italia dal Piemonte fino alla Sicilia, il significato della giornata travalica i confini e si allarga all’Europa.

Foto Gian Mario Gillio, il Presidente di fronte al Manifesto di Palermo

Mattarella e Trotta, entrambi nati a Palermo, si soffermano sul Manifesto esposto al Museo valdese di Torre Pellice. È un momento di emozione. Le parole “Non uccidere!” sembrano rimarcare l’importanza di uno Stato presente, responsabile, a servizio della cittadinanza. È il Manifesto di Palermo, intitolato “Iniziativa per il rispetto della vita umana”, affisso nelle vie cittadine all’indomani della strage di Caciulli, il 30 giugno del 1963, quando in un attentato furono uccisi cinque carabinieri e due militari dell’esercito. L’iniziativa veniva dalla piccola chiesa valdese dove era pastore Piervaldo Panascia e fu l’unica risposta cristiana contro la mafia all’indomani del fatto che scosse l’opinione pubblica in tutta Italia. Il manifesto ricordava il comandamento “non uccidere”. Una parola profetica che “pesò sulle coscienze di chi non aveva alzato la propria voce – come ha scritto Luca Baratto in un editoriale del

Il manifesto fatto affiggere dalla chiesa valdese di Palermo dopo la strage di Ciaculli

2013 –. Perfino papa Paolo VI fu scosso da quell’appello alle coscienze del pastore valdese e della comunità”. Era un chiaro messaggio rivolto alla mafia e a tutti i suoi complici, ma che oggi risuona pensando alle voci mute dei 27.000 morti nel Mare Mediterraneo.

Di questi morti ha parlato nel pomeriggio Libero Ciuffreda, Consigliere della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dicendo: “facciamo nostro l’appello del Presidente Mattarella: ‘servono più ingressi regolari e diamo piena attuazione ai principi della nostra Costituzione, che nacque per espellere l’odio che la civiltà umana ci chiede di sconfiggere. Per rendere più unite e libere le nostre comunità che sono il frutto, nel succedersi della storia, dell’incontro di più etnie, consuetudini, esperienze, religioni, di apporto di diversi idiomi’; tutto il contrario di quanto propagandano i sovranisti, anche nostrani”. E ancora: “La UE e il Governo italiano non parlino più di emergenza migranti, servono risposte strutturali, revisione dei Trattati, lungimiranza e lucidità per affrontare un fenomeno globale che risponde anche all’inalienabile diritto di migrare di ciascun individuo. Non possono più essere accettabili slogan elettorali per gestire complesse situazioni di instabilità politiche e di estrema povertà che oggi coinvolgono tutta l’area del Sahel, oltre a paesi tragicamente distrutti dal terremoto e dalla guerra come la Siria o politicamente abbandonati come l’Afghanistan. Da anni e sempre più drammaticamente sono proprio alcuni paesi dell’Africa e del Medio Oriente sfruttati dal neocolonialismo, vittime di guerre pluriennali, stremati dalla desertificazione dovuta al cambiamento climatico, in gran parte indotto dai paesi ricchi e industrializzati, bussano alle porte dell’Europa” ha detto Ciuffreda, sottolineando l’importanza di trovare diversi strumenti di accesso legale, come ad esempio i Corridoi umanitari, a livello europeo.

Un filo rosso che già si era dipanato nel discorso del Presidente Mattarella in Aula Sinodale. Mattarella, parlando dei valdesi, ha detto: “La vostra comunità ha acquisito a caro prezzo diretta cognizione di cosa significhino parole come ‘esiliati’, ‘rifugiati’, ‘accolti’, ‘ritornati’. Di cosa significhino ‘esilio’ e ‘ritorno’. […] Di cosa significhi trovare solidarietà – al di là delle Alpi in questo caso – in quelle montagne che Braudel ha definito il ‘rifugio – nel Mediterraneo – delle minoranze eretiche’. Di chi, con sofferenza, ha ottenuto riconoscimento delle proprie ragioni. Oggi, nella Repubblica, le montagne non sono più un rifugio per perseguitati e, soprattutto, non esiste più la categoria abusiva degli ‘eretici’. Al contrario, la nostra Costituzione riconosce e valorizza le peculiarità di persone e comunità, quelle che – come ricordava l’insigne teologo valdese Giovanni Miegge – il ‘fascismo combatteva sistematicamente’. […] Si tratta dell’applicazione di quel principio fondamentale per il quale insidiare la libertà di uno dei componenti della società equivale a porre in discussione la libertà di tutti”.

Mattarella ha poi concluso: “L’odissea dei Valdesi, il loro contributo – da credenti – al bene comune della Repubblica, testimonia il valore della presenza che assicurano alla storia d’Italia. Ed è paradigmatica della libertà, fondamento della nostra Costituzione”.


Per saperne di più:

Tutti gli articoli sulla visita del presidente Mattarella a Torre Pellice

Il discorso di Libero Ciuffreda: Convegno a Torre Pellice 31 agosto 2023

Cartella Stampa e discorsi

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con la Comunità Valdese (quirinale.it)

Il Presidente Mattarella incontra la comunità valdese (quirinale.it)