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16 giorni per vincere la violenza, 11° giorno. Il buco nero delle cooperative sociali

Un dettaglio dalla locandina di ROSETTA, film di Jean-Pierre e Luz Dardenne, 1999. Un film che oltre a creare un movimento, in Belgio portò alla legge sul lavoro femminile delle giovani.

Roma (NEV), 5 dicembre 2023 – Il 25 novembre è stata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Per questa occasione, da diversi anni, la Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) cura un fascicolo speciale con spunti di riflessione, domande per discutere, approfondimenti e meditazioni, rivolto a tutte le persone e a tutte le comunità. Pubblichiamo, a puntate e giorno per giorno, tutte le pagine del fascicolo “16 giorni contro la violenza” curato dalla FDEI. I 16 giorni vanno dal 25 novembre fino al 10 dicembre, Giornata dei diritti umani. Per rivedere la presentazione ufficiale del fascicolo, clicca qui.


GIORNO 11, 5 DICEMBRE 2023

16 giorni per vincere la violenza, 11° giorno. Il buco nero delle cooperative sociali

DOMANDA per discutere: Come possiamo promuovere nei nostri posti di lavoro fiducia e solidarietà?

Nel vasto fenomeno della precarietà che colpisce in particolare il lavoro femminile, che comprende contratti a termine, sotto-inquadramenti e sotto-salari, un fenomeno poco analizzato in termini statistici è il lavoro femminile delle cooperative, in particolare quelle del cosiddetto terzo settore. Il problema è emerso grazie alle lotte che negli ultimi mesi i/le lavoratrici delle cooperative sociali hanno intrapreso svelando alcuni aspetti nascosti di un settore sempre più ampio, il cosiddetto no-profit, che erroneamente è considerato marginale rispetto a settori tradizionalmente più forti e sindacalizzati. Nelle cooperative sociali ci sono circa 170.000 operatori, in maggioranza donne, che si occupano dell’assistenza ad anziani e disabili, di disagio sociale, di integrazione scolastica e di molto altro ancora. Lo sviluppo delle cooperative sociali e del no-profit in generale è sostenuto da molti come la soluzione per conservare, se non addirittura per migliorare, i livelli di assistenza socio-sanitaria in un contesto caratterizzato da continui e reiterati tagli alla spesa sociale a fronte di un aumento della richiesta di assistenza; addirittura lo sviluppo del settore è promosso come alternativa ad ulteriori processi di smantellamento e di privatizzazione pura e semplice. È una mistificazione della realtà, denunciata da varie realtà (Legacoop, Confcooperative e AGCI) che denunciano il mito dell’autogestione che non trova nessun riscontro nella realtà, ma sono strumento per nascondere vistosi sotto-salari e assunzioni a termine. È giunto il momento di svelare questa forma nascosta di sfruttamento per cambiarla.

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