Home Chiese e Società 16 giorni per vincere la violenza, 13° giorno. Il silenzio sulle braccianti

16 giorni per vincere la violenza, 13° giorno. Il silenzio sulle braccianti

Foto di Ilenia Caffarelli

Roma (NEV), 7 dicembre 2023 – Il 25 novembre è stata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Per questa occasione, da diversi anni, la Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) cura un fascicolo speciale con spunti di riflessione, domande per discutere, approfondimenti e meditazioni, rivolto a tutte le persone e a tutte le comunità. Pubblichiamo, a puntate e giorno per giorno, tutte le pagine del fascicolo “16 giorni contro la violenza” curato dalla FDEI. I 16 giorni vanno dal 25 novembre fino al 10 dicembre, Giornata dei diritti umani. Per rivedere la presentazione ufficiale del fascicolo, clicca qui.


GIORNO 13, 7 DICEMBRE 2023

16 giorni per vincere la violenza, 13° giorno. Il silenzio sulle braccianti

DOMANDA per discutere: Quante sono le realtà di sfruttamento e abuso delle donne che non vediamo?

C’è un libro-inchiesta sulla condizione delle donne che ogni giorno lavorano nei campi, per pochi euro all’ora, costrette a turni estenuanti, per un salario da fame. Le braccianti donne guadagnano molto meno che gli uomini. L’inchiesta è stata svolta tra Italia, Spagna e Marocco. L’autrice si confronta non solo con le donne ma anche con i sindacati e l’associazionismo. Le braccianti donne rumene, bulgare, polacche, marocchine, spagnole e italiane sono ricattate, subiscono violenze verbali e fisiche, vengono molestate sessualmente, come testimonia l’alto numero di aborti nella zona di Vittoria (Ragusa) durante i mesi della raccolta. Violenze troppo spesso silenziate; poche riescono a denunciare e molti sono gli impuniti, tra i quali ci sono anche i loro datori di lavoro. Stefania Prandi riguardo alla violenza sessuale in cambio di lavoro afferma che “è una regola non scritta, sottesa, un tabù, una realtà reiterata e silenziata, sotto gli occhi di tutti, spacciata per normale”. Sono madri singole oppure con mariti lontani, figli e figlie che rimangono a casa con le nonne o le zie. Le istituzioni, la politica, la comunità sanno quanto avviene ma nessuno fa nulla semplicemente per non mettere in difficoltà l’industria agroalimentare e la filiera commerciale del nostro e di altri paesi europei. Pomodori, fragole, mirtilli e lamponi sono coltivati in serre, raccolti da queste donne e confezionati per arrivare sulle nostre tavole.

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