Territori che si ripensano

Il convegno del Servizio Inclusione della Diaconia valdese ha riflettuto sulle nuove sfide del nostro vivere oggi

Foto Riforma

“Inclusione e territori sono due parole chiave. Inclusione perché ogni persona ha diritto a un nome, a una storia, e territori perché la costruzione di comunità inclusive in cui tutti i suoi componenti possano svolgere un ruolo attivo e partecipe è un’esigenza della nostra società”. Territori che accolgono dunque, secondo le parole della moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta; luoghi in cui costruire spazi solidali, in rete fra loro. Bologna è stata pioniera in Italia nell’ambito del coinvolgimento della cittadinanza alla partecipazione nella gestione e nella costruzione dello spazio pubblico. Allora gli splendidi spazi del Palazzo d’Accursio del capoluogo emiliano sono stati cornice ideale dove ragionare di nuove idee per ri-pensare gli spazi del nostro vivere comunitario, sia esso in città o in un borgo rurale nel convegno promosso dal Servizio Inclusione della Diaconia valdese.

Proprio la questione delle disparità fra i territori rappresenta per Gianluca Barbanotti, segretario esecutivo della Diaconia, “una delle sfide più rilevanti di questa fase storica. Dall’isolamento delle aree periferiche, siano esse cittadine o rurali, al ripensamento necessario degli spazi in base alle nuove esigenze del nostro vivere moderno, tentiamo di ragionare su nuove risposte a nuove necessità”.

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