Chiesa luterana in Italia. Una riflessione su Russia, Ucraina, Europa

Roma (NEV), 26 marzo 2024 – In un articolo intitolato Possiamo arrenderci all’inevitabile?  la Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) scrive: “Le recenti conclusioni del Consiglio europeo destano profonda preoccupazione. In relazione al conflitto in corso tra Russia e Ucraina, si legge: ‘Nell’esercitare il suo diritto naturale di autotutela, l’Ucraina necessita con urgenza di sistemi di difesa aerea, munizioni e missili. In questo momento critico, l’Unione europea e gli Stati membri accelereranno e intensificheranno la fornitura di tutta l’assistenza militare necessaria’.

Che cosa significa tutto questo per noi oggi? Perché le società europee vengono quotidianamente spinte verso una guerra che i popoli in realtà sembrano non volere? Perché non è possibile un referendum europeo che coinvolga i popoli nell’assunzione di così gravi decisioni che, oltre a definire le paure di oggi, costruiscono il terrore a venire?”.

L’ampia riflessione, che si può leggere direttamente sul sito CELI e di cui riportiamo solo alcuni stralci, prosegue: “Come luterani vogliamo riaffermare la necessità che la pace sia e divenga il frutto di un impegno concreto, visibile, necessario. Esortati dal Vangelo di Matteo, riteniamo questo impegno non solo il compimento di un preciso mandato rivolto a tutti i cristiani e le cristiane, ma anche il cammino che le Chiese possono e devono seguire nonostante la retorica bellicista che sembra oggi prevalere. Adoperarsi per la pace non significa ignorare la cronaca dell’aggressione all’Ucraina, né, tantomeno, la storia dei conflitti, della loro genesi, dei lutti e drammi che si portano appresso ben prima del 24 febbraio 2022.

Mentre l’attuale leadership dell’Unione europea è ‘determinata ad aumentare la sua prontezza alla difesa e le sue capacità di difesa complessive affinché siano all’altezza delle sue esigenze e ambizioni nel contesto delle crescenti minacce e sfide per la sicurezza’,

la Chiesa evangelica luterana in Italia vuol essere altrettanto determinata, in una prospettiva ecumenica e globale, ad aumentare la prontezza di impegno per la pace, consapevole che la difesa dei popoli è innanzitutto minacciata proprio dalla sconsiderata politica di riarmamento in atto. Le guerre vengono combattute a partire da due soggetti. La pace è quindi l’opportunità che i due e i molti possono, con energie pari e forse inferiori a quelle necessarie alla guerra, trovare l’opportunità di spegnere l’odio. La necessità di dover ribadire la sovranità degli Stati, come giustificazione all’aumento della prontezza di difesa e quindi a nuovi investimenti milionari destinati al riarmo, conferma la limitatezza di visione della politica e la necessità che i cristiani e le cristiane facciano sentire la loro voce”.

Leggi l’articolo completo: Possiamo arrenderci all’inevitabile? (chiesaluterana.it)