Roma (NEV), 7 dicembre 2024 – Dal 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne) al 10 dicembre 2024 (Giornata mondiale dei diritti umani), l’Agenzia NEV pubblica a puntate, una pagina al giorno, i contributi del Quaderno della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) “16 giorni per vincere la violenza”.
Tutte le puntate: 16 giorni contro la violenza sulle donne 2024 Archivi – Nev
Qui di seguito, la riflessione di Cristiana Cella, giornalista e socia del CISDA (Coordinamento italiano sostegno donne afghane). A seguire, il commento biblico a cura di Anna Maffei e Massimo Aprile.
Corpi di donne in pace e in guerra. Afghanistan, dove vivere è una sfida
Sulla linea del fronte: i corpi delle donne, dove cadono le bombe, sui confini dell’orrore, nella guerra aperta o in quella segreta delle case, nelle trappole della mente.
Lì stanno. Sui cigli minati, tra frustrazione e fuoco.
In Afghanistan, i loro corpi sono cancellati, umiliati, uccisi. Dice una militante afghana: “Le donne sono le radici della famiglia, della tribù, del paese, e stroncarle serve a disarticolare la società intera e ad abbattere il nemico”. La prigione delle donne afghane si arricchisce giorno dopo giorno di nuove sbarre. Gli spazi si restringono. Il controllo è ossessione. Vietato vivere. Questo è l’ordine talebano. Le donne non possono lavorare, studiare, viaggiare da sole, devono nascondersi sotto cenci neri, non possono decidere nulla della propria vita, non possono far sentire la loro voce, cantare, declamare versi, ridere. Parchi e siti archeologici sono chiusi alle donne, come parrucchieri, bagni pubblici, ristoranti. La violenza domestica non ha più argini. I talebani comprano ai padri le loro figlie ragazzine per i loro miliziani: è una proposta che non si può rifiutare. Se protesti, se ti opponi, se sbagli abbigliamento, c’è il carcere. Lì la violenza è oscura e segreta. Spesso non ne esci. Se ne esci, sei segnata a vita. Ma le donne non si arrendono. Molte continuano a combattere per i propri diritti. Da sole, insieme, condividendo il loro sapere, o in gruppi organizzati. Donne armate solo del loro coraggio. Creano scuole clandestine, soccorso sanitario, case rifugio contro la violenza, sostegno alimentare. Coltivano spazi segreti. Tengono accesa la luce nel buio pesto del futuro. Loro ci sono, con i loro corpi di pace.
VERSETTO
Iefte fece un voto al SIGNORE e disse: «Se tu mi dai nelle mani i figli di Ammon, chiunque uscirà dalla porta di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vincitore sugli Ammoniti, sarà del SIGNORE e io l’offrirò in olocausto». Iefte marciò contro i figli di Ammon per fare loro guerra e il SIGNORE glieli diede nelle mani(…) Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro sua figlia, con timpani e danze(… )Lei gli disse: Padre mio, se hai dato la tua parola al SIGNORE, trattami secondo la tua promessa. (…)Lei se ne andò con le sue compagne e pianse sui monti la sua verginità. Alla fine di due mesi, tornò da suo padre; ed egli fece di lei quello che aveva promesso. (Giudici 11,30ss)
COMMENTO
Più idee aberranti si mescolano nelle parole di Iefte, condottiero d’Israele: l’idea che Dio possa compiacersi di un sacrificio umano e accettare lo scambio, sangue contro sangue, e la pretesa di Iefte di poter disporre della vita di coloro che abitavano con lui. La giovane si sottomette senza ribellarsi. Come si fa a mettersi contro Dio e contro il padre? Dunque il padre versa sangue sul campo di battaglia e uccide sua figlia giustificando tutto come voluto da Dio.
PREGHIERA
Dio, Padre e Madre nostra, il patriarcato non è morto. Tante figlie di Iefte sono ancora oggi sacrificate sugli altari idolatri del potere maschile, attribuendo a te la volontà di uccidere in guerra come in casa. Proteggi tutte le donne vittime del potere patriarcale e sconfessa, ti preghiamo, ogni parola e ideologia, che inganna e produce oppressione e morte. Amen
DOMANDA per discutere
Come possiamo liberarci e liberare dalla violenza?