Roma (NEV), 6 settembre 2018 – Si chiude domani ad Augusta, in Germania, la cinque giorni di appuntamenti del Gruppo di lavoro ecumenico congiunto (JWG), un catalizzatore del dialogo, non solo teologico, tra il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e la Chiesa cattolica romana, nato 53 anni fa come uno dei primi frutti del Concilio Vaticano II. A poche settimane dalla #PapalVisit di Francesco al CEC di Ginevra, dunque, una nuova tappa di unità e collaborazione tra diverse denominazioni e confessioni cristiane, su prospettive future che riguardano non solo aspetti spirituali e di preghiera, ma anche l’impegno sociale e civile.
“Proseguiamo in questo cammino perché abbiamo un compito importante, quello di unire le nostre forze per fare molto di più per coloro che hanno bisogno”, ha dichiarato il segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit. Parole forti sono giunte, come riportato su twitter da Odair Pedroso Mateus, direttore della commissione Fede e Costituzione del CEC, dal vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm, presidente della Chiesa evangelica in Germania (EKD). “Uniamoci in una resistenza ecumenica alle politiche identitarie che svalutano gli altri” ha affermato Bedford-Strohm, che ha anche sottolineato il valore della Riforma e dell’eredità luterana come di una “grande esperienza che ha aperto porte e cuori e accresciuto le amicizie tra cristiani provenienti da diverse tradizioni”. La pastora presbiteriana americana Robina Marie Winbush, intervenuta al JWG, ha detto: “Il divario ecumenico oggi negli Stati Uniti non è tanto confessionale, quanto politico-razziale”. Il Gruppo di lavoro ecumenico, moderato dal metropolita ortodosso Nifon Mihăiță di Targoviste (Romania) e dall’arcivescovo cattolico Diarmuid Martin di Dublino (Irlanda), sta redigendo due documenti sulla costruzione di pace e sulla cura pastorale di rifugiati e migranti, con la collaborazione di esperti del Dicastero vaticano per la promozione dello sviluppo umano integrale e del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
Fervono intanto i preparativi per un’altra importante tappa ecumenica, ovvero la conferenza mondiale su xenofobia, razzismo e nazionalismo populista (Roma, dal 18 al 20 settembre), che vede coinvolti il Consiglio ecumenico delle chiese, il Dicastero vaticano e il Pontificio Consiglio. Fra gli invitati, il pastore della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Luca Maria Negro, che proprio recentemente a Novi Sad, in Serbia, durante l’Assemblea della Conferenza delle chiese europee (KEK) ha contrapposto alla xenofobia dei ‘sodomiti’ di oggi, il cui peccato è l’odio verso gli stranieri, la filoxenia di Abramo, mandato biblico di amicizia verso lo straniero.
Il CEC rappresenta oltre 550 milioni di cristiani in tutto il mondo con le sue 350 chiese membro protestanti, ortodosse, anglicane e indipendenti.
US Presbyterian Rev. Robina Winbush to RomanCatholic-#WCC Joint Working Group: the ecumenical divide in the US today is not so much denominational as it is political/racial @wccpilgrimage pic.twitter.com/mj7lUEPqjC
— Odair Pedroso Mateus (@odairpmateus) September 4, 2018
#EKD Bishop Bedford-Strohm to Roman Catholic-#WCC Joint Working Group: let’s join together in ecumenical resistance to the politics of identity that devalues others @EKD pic.twitter.com/YzqQE1tcN3
— Odair Pedroso Mateus (@odairpmateus) September 3, 2018