Roma (NEV), 31 gennaio 2020 – Si è tenuto ieri a Firenze l’incontro che rappresenta il primo passo di un percorso per l’Amicizia islamico-cristiana dal titolo: “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. Sulle orme di Abu Dhabi nel segno dell’Amicizia tra cristiani e musulmani”.
Fra gli invitati, la pastora della chiesa valdese di Firenze, Letizia Tomassone, il pastore battista Carmine Bianchi, il pastore avventista Saverio Scuccimarri e il pastore Raffaele Volpe per la Chiesa riformata svizzera.
L’incontro, ha raccontato all’agenzia NEV la pastora Tomassone, è stato moderato da Haifa Alsakkaf, della Comunità Islamica di Firenze, “donna molto capace. L’ho trovato un bel segnale di apertura al femminile”, ha detto.
È stato un evento molto partecipato, di pubblico e di ospiti. Il cardinale Giuseppe Betori e l’imam di Firenze Izzeddin Elzir hanno firmato un documento che ricalca in parte quello sulla fratellanza umana di Abu Dhabi, firmato congiuntamente da papa Francesco e dal grande imam Aḥmad Muḥammad Aḥmad al-Ṭayyib di Al-Azhar nell’ambito della Global conference of human fraternity, conferenza interreligiosa internazionale svoltasi negli Emirati arabi uniti, nel febbraio del 2019, che ha visto anche la partecipazione del segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) Olav Fykse Tveit.
“Oltre a parlare di come è nato il Documento, si è discusso sull’idea che Firenze possa essere una città pilota nell’attuazione dell’Amicizia islamico-cristiana e nella riflessione comune – ha spiegato ancora la pastora Letizia Tomassone –. Sia Mohamed Bamoshmoosh, della Comunità Islamica di Firenze, sia Maurizio Certini, direttore della Fondazione La Pira, hanno insistito sul fatto che Firenze è già stata in passato sede di diversi incontri. Dal 1995, con la preghiera per la pace a Santa Croce, alla visita del grande imam Ahmad Muhammad al -Tayyeb, ricevuto a Palazzo Vecchio nel 2015, solo per fare due esempi”.
La proposta finale è di “far partire l’Amicizia islamico-cristiana proprio da Firenze, dove c’è già una realtà di dialogo, che si manifesta in molti gruppi e iniziative esistenti. L’idea – ha proseguito Tomassone – è che si crei una possibilità di incontro più strutturato, anche con una rivista, in analogia con l’Amicizia ebraico-cristiana (nata a Firenze nel 1951 per volontà di Arrigo Levasti, Giorgio La Pira, Ines Zilli, Giorgio Spini, Giacomo Devoto, Angelo Orvieto e Aldo Neppi Modona, ndr)”.
Fra le motivazioni che spinge i promotori a intraprendere questo cammino, c’è quella di “dare alle giovani generazioni di musulmani e cristiani degli strumenti per il dialogo. E, criterio molto importante, è chiaro a tutti che questo dialogo non può partire dall’alto, ma deve nascere ed essere coltivato nelle iniziative che partono dal basso, coinvolgendo la società civile in modo diretto”.
Fra gli invitati, erano presenti anche rappresentanti delle Chiese ortodosse russa, rumena e greca e della comunità ebraica. Il rabbino di Firenze Gadi Piperno ha inviato un messaggio di saluto.
“Siamo stati invitati in modo personale in incontri preparatori e in questo – ha dichiarato ancora la pastora di Firenze –. È importante che siamo presenti come parte attiva di questo processo. Siamo stati coinvolti fin dall’inizio e di questo siamo grati. Trovo molto importante che sia stato detto, da parte musulmana e cattolica, che di questa Amicizia devono fare parte tutte le espressioni del mondo cristiano e tutte le espressioni del mondo musulmano. Si è fatto il primo passo ieri a Firenze verso questo obiettivo. Mi ha colpito una frase in particolare del documento: ‘condividiamo la comune speranza nel Dio di amore, per intraprendere cammini comuni di giustizia e di pace’”.
L’incontro è stato promosso dalla Fondazione e dal Centro internazionale Giorgio La Pira, insieme alla Comunità islamica Firenze e Toscana e l’Istituto universitario Sophia, in collaborazione con diverse realtà religiose e laiche del territorio.