Roma (NEV), 8 febbraio 2021 – “Sono profondamente colpito. Soprattutto perché questo attentato è, per me, un’indicazione di quanto l’antisemitismo sia diffuso e pericoloso anche qui in Italia”. Così Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), all’indomani dell’attacco antisemita che ha interrotto l’incontro in ricordo di Amos Luzzatto. Organizzato dal Segretariato attività ecumeniche (SAE) di Venezia, dalla Comunità evangelica luterana di Venezia e dalla Casa della cultura ebraica “Beit”, l’incontro è rimandato a data da definirsi.
“Ma i numeri sono una cosa, la realtà è un’altra – prosegue il decano Bludau -. E’ accaduto anche a me di trovarmi di fronte a persone che esternavano pensieri di chiara matrice antisemita. Questo attacco all’evento SAE di Venezia da parte degli hacker, inoltre, mi fa capire che l’antisemitismo non si annida solo nei pregiudizi – più o meno nascosti – di molti, ma può portare ad un comportamento pianificato e aggressivo. Anche se l’attentato del 7 febbraio scorso è stato realizzato ‘solo’ in digitale, evidenzia comunque l’esigenza di prendere molto più sul serio di quanto accada oggi, sia a livello sociale che ecclesiastico, questo antisemitismo che rialza la testa e che trova nuove strade per uscire allo scoperto. Non basta postare l’immagine di veicoli militari a presidiare le sinagoghe. Per proteggere davvero la popolazione ebraica e contrastare la piaga dell’antisemitismo in tutte le sue forme, sia a livello culturale che sociale, bisogna occuparsi con determinazione soprattutto di quello che accade nella testa delle persone” conclude Bludau.
Il comunicato del SAE
“Vi è un passo della Tregua (ripreso in I sommersi e i salvati ) nel quale Primo Levi parla della vergogna provata dai soldati russi all’atto della liberazione di Auschwitz. – Si legge nel comunicato del SAE: ‘Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio […] quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa’”.
Domenica 7 febbraio, scrive ancora il SAE, “pur in situazione oggettivamente imparagonabile alla precedente, la sensazione è stata affine. Si è dovuto interrompere l’incontro in ricordo di Amos Luzzatto. Per via telematica e coperti dall’anonimato, degli hacker hanno immesso in rete immagini di Hitler, bestemmie, slogan antisemiti, scene porno e varie altre forme di disturbo. In un periodo in cui le persone fisiche si radunano con difficoltà, la violenza trova altri canali per esprimersi. La memoria di un uomo che ha dedicato la propria vita alla giustizia, al dialogo, a curare e incontrare esseri umani è stata offesa e umiliata”.
Nell’annunciare la denuncia nelle sedi opportune, il SAE comunica che “l’’incontro sarà ripetuto in maniera più protetta: anche la telematica ha ormai bisogno di baluardi difensivi”.
Molti i messaggi di solidarietà giunti agli organizzatori.
Cosa fare
L’Agenzia NEV propone una serie di approfondimenti sulla sicurezza informatica per riflettere insieme sul tema dell’odio online. Leggi qui:
Odio e pericoli online / 1. Essere etici, essere protestanti – Attacchi virtuali, vulnerabilità delle chiese, responsabilità nella sicurezza informatica. Servono maggiore consapevolezza e formazione. Ne abbiamo parlato con l’ingegnere Stefano Frache.
Odio e pericoli online / 2. Cosa fare per proteggersi dalle intrusioni – Zoom bombing, sicurezza in rete e implicazioni sociali. Ne parliamo con l’esperto informatico forense Gianluca Buttigliero.