“Liberi si diventa”. Riflettere sulla libertà, ai tempi del covid

Oltre 250 persone hanno seguito ieri, 17 febbraio, in diretta su zoom e sulla pagina fb di Confronti, l'incontro promosso dalla FCEI in occasione della Settimana della Libertà. Il video integrale del webinar.

@jan_huber, unsplash

Roma (NEV), 18 febbraio 2021 – Più di 250 persone hanno seguito ieri, 17 febbraio, i lavori del webinar “Cittadinanza, libertà e cura al tempo del Covid”, promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in occasione della Settimana della Libertà.

Il dibattito, che quest’anno si è svolto online a causa delle restrizioni dovute al covid, è stato moderato dall’avvocato Ilaria Valenzi.
Nel suo saluto iniziale, il pastore Luca Maria Negro, presidente della FCEI, ha ricordato l’impegno per “Fare del 17 febbraio una giornata nazionale della libertà di coscienza, pensiero, religione”, oltre che l’avvio del nuovo progetto umanitario in Bosnia.

Il primo intervento è stato quello del professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’istituto clinico Humanitas, che ha definito “inaccettabile” il gap tra Paesi poveri e ricchi, in termini di vaccinazione, in particolare, e di accesso ai farmaci. Un tema che attiene alla “sicurezza” di tutti, in termini di sanità pubblica e globale.

Elena Bein Ricco, docente di filosofia, membro della Commissione Studi della FCEI, ha voluto riflettere sul concetto multiforme di “libertà”, intesa “come una proprietà dell’individuo cittadino, che mette in secondo piano l’osservanza di doveri rispetto alla collettività. Oggi assistiamo a una visione enfatizzata della libertà liberale, la “libertà libertina”, come la chiama Massimo Recalcati“.

Vignetta di Mauro Biani per Riforma

Il rapporto tra democrazia, libertà individuali e responsabilità verso la collettività permea dunque questi mesi, questi tempi di pandemia. “Tempi che avranno delle ricadute sulla nostra idea di libertà, di cittadini ma anche sulla cura delle anime”, secondo Daniele Garrone, teologo e membro del Consiglio FCEI. “Chi è intelligente tace, perché i tempi sono cattivi”, ha detto Garrone, citando il profeta Amos.

Massimo Aprile, pastore battista attualmente in servizio nella chiesa di Milano, ha testimoniato i lavori del documento “Radicarsi del nuovo”, prodotto “dal basso”, alla luce delle esperienze che abbiamo vissuto con le nostre comunità, nel tempo del lockdown”. Tra le tante parole emerse, tre sono state quelle al centro della riflessione biblica del pastore Aprile: cittadinanza, cura (con la trasformazione del paziente in cliente), libertà (come una parola ‘indivisa’).

Ultimo relatore dell’appuntamento è stato Francesco Piobbichi, operatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. “La frontiera, e l’attraversamento della frontiera da parte dei “non cittadini”, oggi ci permette di capire chi siamo”, ha detto.

Qui il video integrale dell’incontro, dalla pagina facebook del Centro studi e rivista Confronti, che ha collaborato all’evento: