FCEI, la parola ai consiglieri uscenti. Christiane Groeben

Tra pochi giorni scade il triennio di lavoro 2018-2021 della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). In quest’occasione vengono rinnovati gli organi della FCEI: il Presidente, il Consiglio e l’Assemblea. Prosegue con la vice presidente Christiane Groeben la serie di testimonianze, con le voci dei consiglieri uscenti.

unsplash, foto di Tim Mossholder

Roma (NEV), 27 ottobre 2021 – In vista dell’Assemblea che si terrà tra pochi giorni, quando l’attuale Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) terminerà il suo mandato e verrà eletto un nuovo Consiglio e un nuovo presidente, abbiamo raccolto la testimonianza di servizio in questi anni di lavoro al Consiglio della Federazione, a coloro i quali, cioè, hanno guidato il cammino FCEI. Ai consiglieri e alle consigliere uscenti, quindi, abbiamo chiesto di raccontarci il passato, attraverso un bilancio dell’esperienza fatta, e uno sguardo verso il futuro.

Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), triennio 2018/2021, immagine di archivio

E’ la volta della vice presidente, Christiane Groeben.

Qual è il suo bilancio di questa esperienza?

“Il mio bilancio personale dopo due mandati nel Consiglio della FCEI in rappresentanza della CELI è che mi hanno arricchito nel vivere e conoscere meglio la realtà protestante in Italia, nella quale la mia chiesa, mi pare, abbia avuto sempre o spesso un ruolo marginale. Due fattori o eventi molto diversi tra di loro hanno, secondo me, incrementato la consapevolezza di una realtà protestante che si esprime con una voce di timbri leggermente diversi tra di loro, ma con lo stesso messaggio: l’anno della Riforma e la pandemia. Nel 2017 tanti eventi, iniziative, messaggi ci hanno fatto capire meglio cosa ci unisce e siamo riusciti a farci sentire. La pandemia ci ha, invece, dato l’occasione di incontrarci trasversalmente – per discutere, per raccontarci, per studiare, per annunciare la Parola – fuori dalle nostre mura fisiche e mentali in uno spazio pubblico uguale per tutti.

Rimango grata per aver fatto parte di un team che grazie a tanti collaboratori esperti ha potuto portare avanti progetti a beneficio del nostro prossimo come Mediterranean Hope, con i Corridoi umanitari, a Lampedusa, in Bosnia, Sicilia e Calabria.

Che testimone si sente di lasciare a chi verrà dopo di lei?

Vorrei che chi sarà nel consiglio dopo di me rimanga attenta che la voce pubblica della Fcei venga percepita nel nostro paese come la voce di un coro polifonico della realtà protestante. Un coro, non un trio o un duo”.