Tutela ambiente e biodiversità entrano ufficialmente in Costituzione

Un commento a caldo della coordinatrice della Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Antonella Visintin: “Bene, ma attenzione a toccare la Carta Costituzionale, che è la cornice per una società equa”

Un frame dal video per la campagna Climate Justice for all (CJ4A) realizzato da giovani metodisti in Italia

Roma (NEV), 9 febbraio 2022 – La tutela dell’ambiente e della biodiversità entrano ufficialmente nella Costituzione. La Camera dei deputati ha infatti approvato in via definitiva il disegno di legge che prevede la modifica della Costituzione agli articoli 9 e 41.

All’articolo 9 “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica” è stato aggiunto che “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. All’articolo 41 sull’iniziativa economica libera, invece, dove indica che essa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” è stato aggiunto “alla salute, all’ambiente”.

Qui di seguito, un commento a caldo della coordinatrice della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Antonella Visintin.

“Questa modifica era già stata annunciata nelle precedenti letture (due al Senato e una alla Camera, ndr). Mi ero espressa con un dubbio sulla opportunità del mettere mano alla Costituzione, come già avvenuto. Ora è per la biodiversità, domani può essere su qualcosa d’altro.

La nostra è una costituzione di seconda generazione che cerca di comporre gli interessi tra capitale e lavoro, limitare lo sfruttamento e favorire welfare e diritti sociali. Ora, il suo progressivo riformismo viene svuotato insieme ai diritti civili, ma in compenso avanzano i diritti di tipo ambientale”.

La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

È un delicato equilibrio, quello che Visintin sembra volerci mostrare: “Questi diritti, volendo, in un territorio fortemente antropizzato sono una estensione dell’articolo 9 relativo al paesaggio e all’articolo 41 sulla sicurezza. Mettendo in Costituzione queste novità, si pensa di rafforzare la legislazione ambientale, che in Italia arriva principalmente come ratifica di direttive europee?”

La politica ambientale europea, sulla carta, si fonda su principi di precauzione, di azione preventiva e di correzione alla fonte dei danni causati dall’inquinamento. Inoltre, si basa sul principio “chi inquina paga”. Tuttavia, il “Green Deal” (a livello mondiale, ma anche di Unione) e l’idea di un’Europa sostenibile entro il 2030 sembrano avere contorni sfumati. Lo si è potuto vedere nel continuo alternarsi di accelerazioni e battute di arresto nella Conferenza delle Parti sul clima (COP26). Occorre ricordare, inoltre, che non si tratta di solo di creare un quadro normativo economico, ma di intervenire su temi quali inquinamento, cambiamento climatico e biodiversità.

“Permane un invito alla cautela nell’intervenire sulla Costituzione – conclude Visintin –. Oggi la materia appare condivisibile, ma si crea un precedente per possibili modifiche nel suo nocciolo. E il cuore della Costituzione è la cornice per una società equa”.

Le parole del Ministro Enrico Giovannini

“Il Parlamento ha votato l’inserimento in Costituzione del principio della tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle future generazioni – ha detto Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti già Ministro del lavoro e politiche sociali –. È la prima volta che vengono modificati i principi della Costituzione e sono felice che ciò avvenga nella direzione di quanto, sei anni fa, avevamo proposto come Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)”. Il Ministro Giovannini, sulle pagine del NEV, intervenne nel 2018, quando da portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile partecipò al convegno ecumenico sulla custodia del creato promosso dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della CEI, in collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI)  e altre chiese cristiane.