È iniziata la 46^ Assemblea battista. Il saluto di Daniele Garrone

La 46^ Assemblea generale dell’Unione Cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), 22 aprile 2022

Roma (NEV), 22 aprile 2022 – Sono entrati nel vivo i lavori della 46^ Assemblea Generale dell’Unione Cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI). Questa mattina, il culto di apertura a cura del presidente uscente Giovanni Arcidiacono, sui versetti biblici: “Non temere piccolo gregge perché al Padre vostro è piaciuto darvi il suo Regno” (Luca 12, 32) / “Poiché camminiamo per fede e non per visione” (II Corinzi 5, 7). La predicazione si è aperta con una riflessione sui tempi che “abbiamo vissuto e stiamo vivendo”, caratterizzati da pandemia e guerra. Da un lato, “paura, isolamento, smarrimento, separazione, morte, malattia, dolore”. Dall’altro, dice Arcidiacono, “guarigione, speranza e abbandono a Gesù, che ha vinto il mondo e invita al coraggio, sapendo che l’Evangelo è potenza di Dio, per la salvezza di chiunque crede”. La fede è vista come realtà interiore, come “intima certezza di cose che si sperano”, ma anche come “manifestazione esteriore, della presenza rivoluzionaria del regno di Dio che viene”. Sul sito UCEBI è disponibile il sermone.

Il saluto di Daniele Garrone

Nel corso della mattinata, costellato di testimonianze e interventi, ha parlato anche il pastore Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), portando il suo saluto. Garrone ha, fra l’altro, ringraziato per l’impegno delle chiese UCEBI, sottolineando il suo ruolo nella fondazione della Federazione.

Garrone ha citato i Proverbi (capitolo 31:8-9): “Apri la bocca in favore del muto, per sostenere la causa di tutti gli infelici; apri la bocca, giudica con giustizia, fa’ ragione al misero e al bisognoso”. Sono “le istruzioni che un re ha ricevuto da sua madre – afferma Garrone –. Il presupposto è che il re incarnava la giustizia. Cosa dobbiamo imparare noi oggi? Dobbiamo dire quello che gli altri non dicono e quello che produce giustizia, che renda ragione a chi non ce l’ha e dia torto a chi ha torto. Nel senso inglese dell’advocacy, cioè del rendersi avvocato di chi non ha nessuno che lo difenda. Noi viviamo in una democrazia, anche come chiese e nelle chiese. Siamo uomini e donne che insieme cercano la parola giusta con responsabilità”.

I lavori proseguono nel pomeriggio, coordinati dal Seggio presieduto dal pastore Luca Maria Negro. Un resoconto è online anche su Riforma.it