“Costruttori di giustizia sociale” con il centro La Noce di Palermo

Roma (NEV/RBE), 27 aprile 2023 – Su Radio Beckwith evangelica (RBE), la direttrice del Centro Diaconale La Noce – Istituto Valdese di Palermo, Anna Ponente, risponde alle domande di Daniela Grill. Il Centro Diaconale La Noce è da sempre in prima fila nell’azione sociale e culturale di tutela della memoria e della storia locale.

“La funzione della memoria è transgenerazionale. La memoria è azione, ed è azione politica nel senso più nobile del termine, è azione sociale, è pensiero, è futuro. L’impegno si connota come un’azione continua, quotidiana” dice Anna Ponente.

Giovedì 27 aprile è stato presentato il murales “Costruttori di giustizia sociale” realizzato dal pittore Igor Scalisi Palmiteri nel Giardino di via Nazario Sauro. Un’opera dedicata a Pio La Torre e Rosario Di Salvo, attivisti politici uccisi dalla mafia il 30 aprile del 1982.

Venerdì 28 aprile sarà invece ricordato Pietro Valdo Panascia, pastore valdese e fondatore del Centro diaconale La Noce. Sarà svelata una targa dedicata a lui e sarà l’occasione per ricordare, ancora una volta, il suo grande impegno civile, politico e sociale di contrasto alla mafia e di promozione di un riscatto del territorio.

Ascolta l’intervista con Anna Ponente su RBE.


Il manifesto fatto affiggere dalla chiesa valdese di Palermo dopo la strage di Ciaculli

Il “manifesto” di Panascia

“C’è stato un tempo in cui il silenzio sulla mafia era assordante. Grande fu il silenzio che accompagnò nel 1963 a Palermo la strage di Caciulli, rotto solo dalla piccola chiesa valdese del capoluogo siciliano e dal suo pastore Piervaldo Panascia, che fecero affiggere sulle vie cittadine un manifesto che ricordava il comandamento ‘non uccidere’. Una parola profetica che pesò sulle coscienze di chi non aveva alzato la propria voce” – così scrive Luca Baratto in un editoriale del 2013. Perfino papa Paolo VI fu scosso da quell’appello alle coscienze del pastore valdese e della comunità: “è Dio che ordina di non uccidere!”,  unica risposta cristiana contro la mafia all’indomani del 30 giugno del 1963, quando in un attentato furono uccisi cinque carabinieri e due militari dell’esercito, fatto che scosse l’opinione pubblica in tutta Italia.