Kirsten Thiele. Sogni, azioni e fantasia per vivere bene

La pastora Kirsten Thiele, Vice Decana della Chiesa evangelica luterana in Italia, in occasione del XXIII Sinodo: “tu hai un valore, tu sei amata, amato da Dio perché sei creata e creato per vivere qui, per vivere bene, ma vivere bene non vuol dire vivere sulle spalle degli altri. Solo se gli altri vivono bene, anche io posso vivere bene. E questo apre la prospettiva di non vivere in modo isolato o egocentrico, ma di aprirsi di nuovo al mondo. Questo cambierà la società”

foto NEV/ER

Catania (NEV/CELI), 2 maggio 2023 – Si è chiuso ieri a Catania il XXIII Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI). Pubblichiamo qui l’intervista alla Vice Decana, pastora Kirsten Thiele.

Viviamo in una società sempre più insostenibile, dal punto di vista economico, ecologico e sociale. Guerre, povertà vecchie e nuove, inquinamento del pianeta e, in modo figurato, inquinamento spirituale, inquinamento dei valori. Dall’altra parte, ci sono i privilegi e il potere di pochi. Le chiese (e le religioni) possono fare di più per cambiare questo processo?

Sì, certo. E dobbiamo fare di più. È nostro compito cambiare e anche impedire questo processo. Dell’inquinamento sulla terra abbiamo già parlato molto, e continuiamo a dire che viviamo tutti sullo stesso suolo, sulla stessa terra, nello stesso mondo, nella stessa società. Ovviamente dobbiamo impegnarci a mantenerlo e ad averne cura. Anche per quanto riguarda l’inquinamento del pensiero, credo che siamo tutti coinvolti. Vedendo le nuove generazioni, ad esempio, si ha la sensazione che vivano in un grande vuoto. Sembra che abbiamo tutto, però non abbiamo più un futuro, non abbiamo più sogni, manca la fantasia e manca una prospettiva. Ed è proprio questo che le religioni, fin da tempi antichi, hanno dato. Una prospettiva.

Siamo noi a dover dare un senso alla vita. Non una possibilità, quindi, ma proprio come compito, come “dovere”. Quindi, dobbiamo annunciare che tu hai un valore, che tu sei amata, amato da Dio perché sei creata e creato per vivere qui, per vivere bene. E vivere bene non vuol dire vivere sulle spalle degli altri. Solo se gli altri vivono bene, anche io posso vivere bene. Tutto questo apre la prospettiva di una esistenza che non è più isolata, egocentrica, ma si apre di nuovo al mondo. Un mondo non solo virtuale, ma reale: quello in cui viviamo. Questo approccio può cambiare la società. Almeno è la mia speranza. È questo il messaggio antico di tutte le religioni e, alla fine, è questo ciò che ci accomuna. Questo è il messaggio profondo che dobbiamo dare: ritrovate il senso della vita, ritrovate i sogni e trovate la fantasia di cambiare qualcosa, di impegnarvi. E per potersi impegnare bisogna avere uno scopo.

Per chi non conosce la CELI: qual è il ruolo del decanato e del Decano?

La Vice Decana della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), pastora Kirsten Thiele

Decano e decanato vanno insieme, ma sono due cose distinte. Il decanato è il nostro ufficio amministrativo, dove lavorano quattro persone molto competenti che svolgono tutti i ruoli amministrativi, tengono i contatti interni ed esterni con le nostre chiese partner, con le comunità, le persone, i pastori, i presidenti… tutti possono chiamare, possono chiedere aiuto, possono anche solo parlare. Insomma sono il pilastro centrale su cui tutte le comunità si appoggiano per svolgere le varie attività.
Poi, ci sono il Decano e il Vice Decano, che può fungere da sostituto. Questi ruoli attualmente sono ricoperti, rispettivamente, dal pastore Carsten Gerdes e da me. In pratica siamo un team, che lavora condividendo i diversi compiti. Il Decano è il leader religioso della chiesa che, insieme al Vice Decano, al Concistoro, formato anche da altri tre membri laici, guida la chiesa tra un Sinodo e l’altro. Il compito del Concistoro è quello di mettere in atto le decisioni che sono state prese, e dobbiamo rendere conto del lavoro che abbiamo fatto. Il Decano, specificamente, è inoltre la rappresentanza spirituale della nostra chiesa.

Cosa ci si può aspettare entrando in una chiesa luterana, in una delle tante città in cui la CELI è presente?

Appena si entra in una chiesa luterana, forse, per prima cosa si nota che abbiamo poche immagini e simboli. Non abbiamo statue e statuette, le chiese sono essenziali. In fondo si trova la croce, si trova la Bibbia, sempre. Partecipando a un nostro culto, si può vivere una bella liturgia. Cantiamo insieme, preghiamo insieme, c’è un coinvolgimento di corpo e spirito.
Entrando nelle nostre comunità, invece, nel senso anche della partecipazione alla vita comunitaria, che va oltre alla presenza al culto, secondo me si trova la sfida di dover pensare, di come partecipare attivamente. Noi non abbiamo degli organi che dicono “questo è così e basta”, oppure “devi fare così”. È più facile dire cosa è sbagliato, più difficile è dire cosa è giusto fare. Quindi, ognuno è chiamato a prendersi la propria responsabilità di contribuire al cammino della comunità: dove vogliamo andare, cosa possiamo fare, come impegnarci, etc.… Una comunità non dovrebbe essere guidata solo dal presidente o dalla pastora, dal pastore, quanto dalla vita comunitaria, cioè dalla partecipazione comune delle persone.

Intervista a cura di Gianluca Fiusco ed Elena Ribet


Per approfondire:

Homepage – Italiano – Chiesa Luterana

Speciale NEV Sinodo luterano 2023