La pellegrina per la Pace Agnes Abuom muore a 73 anni

Laica anglicana, nel 2013 Abuom è diventata la prima donna e la prima africana a ricoprire il ruolo di moderatora del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec). Il ricordo su Riforma.it.

Roma (NEV/Riforma.it), 1 giugno 2023 – L’amata leader ecumenica e instancabile costruttrice di pace Agnes Abuom è morta all’età di 73 anni nel suo paese natale, il Kenya, dopo una breve malattia.

Laica anglicana, nel 2013 Abuom è diventata la prima donna e la prima africana a ricoprire il ruolo di moderatora del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), quando è stata eletta per acclamazione alla 10ª Assemblea a Busan, nella Repubblica di Corea. È rimasta in carica fino all’11ª Assemblea del Cec nel settembre 2023, tenutasi a Karlsruhe, in Germania. Abuom è stata presidente del Consiglio ecumenico delle chiese dal 1999 al 2006.

Ad Abuom è succeduto come moderatore del Comitato centrale del Cec nel settembre 2022 il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, che ha commentato: «Dopo aver ricevuto questa triste notizia, ho appena guardato il suo ultimo video sulla homepage del Cec, che è un messaggio di eredità per noi nel momento di assumere questi ruoli di leadership. È stato molto commovente per me sentirla parlare e dire: “Non è inverno, ma estate con verde e frutti, anche se minacciati. Durante il viaggio qualcuno è stato richiamato a casa, ma questo fa parte del pellegrinaggio. Perdiamo persone, altre vengono chiamate e continuano…”».

Bedford-Strohm ha aggiunto: «La ricorderò sempre con affetto. È triste perderla così presto dopo la fine del suo servizio al Cec. Sono felice che abbia ancora vissuto l’onore di essere nominata canonica anglicano. Ci mancheranno il suo amore, la sua saggezza, la sua gentilezza, la sua fiducia e la sua ispirazione. Ora riposa tra le braccia eterne di Dio».

Il pastore Jerry Pillay, il cui mandato di segretario generale del Cec è iniziato a gennaio di quest’anno, ha dichiarato: «Il Consiglio ecumenico piange la perdita della sua ultima moderatora, la Dottoressa Agnes Abuom, deceduta il 31 maggio dopo una breve malattia. Era una donna di spirito umile, di grande compassione e di fede salda. Pur essendo piccola di statura, possedeva l’energia, la forza e la visione per una leadership ben al di là della portata di molte persone della sua età».

Pillay ha aggiunto: «La sua saggezza, la sua pazienza, la sua capacità di ascolto, la sua sensibilità e la sua fermezza le hanno conferito le qualità di una leader dinamica e saggia. Il Cec è stato benedetto dall’averla fra le sue fila per molti anni nel movimento ecumenico e poi negli ultimi 8 anni come moderatora del Comitato centrale. La sua passione per l’unità dei cristiani, la giustizia e la pace l’hanno spinta a prestare un servizio sacrificale e instancabile. La ricorderemo sempre con gioia e gratitudine. “Beati quelli che muoiono nel Signore, vivranno per sempre”».
Pillay ha concluso: «Che la presenza e la potenza dello Spirito Santo portino conforto, consiglio, pace, amore, forza e speranza alla famiglia di Agnes, agli amici, alla Chiesa e a tutti coloro che l’hanno conosciuta e amata. Che la grazia di Dio sia sufficiente per tutti voi».

La vescova Mary Ann Swenson, ex vice moderatora del Comitato centrale del Cec, ha detto che Abuom è stata una benedizione. «Ricordo la nostra prima volta insieme a Ginevra nel dicembre 2013. Mi portò alla funzione per Santa Lucia nella chiesa anglicana vicino al nostro albergo e venni a sapere degli anni di Agnes in Svezia. Oggi onoriamo Sant’Agnese. Mi mancherà ogni giorno per il resto della mia vita. Era una leader straordinaria. Camminare fianco a fianco per nove anni nel nostro Pellegrinaggio di Giustizia e Pace è stato il coronamento del viaggio della mia vita. Grazie a Dio per la vita e la testimonianza di questa donna straordinaria».

Il vescovo della Chiesa di Norvegia Olav Fykse Tveit, ed ex segretario generale del Cec dal 2010 al 2020, ha detto che Abuom è stata una delle grandi personalità e leader della famiglia cristiana globale del nostro tempo. «Gli anni in cui abbiamo lavorato insieme, guidando il lavoro del Consiglio ecumenico delle Chiese, rimarranno ricordi preziosi e momenti di benedizione che custodirò per sempre», ha detto Tveit. «La dottoressa Agnes era una figlia dell’Africa, estremamente dotata e autorizzata da Dio a sollevare le grandi questioni dell’unità tra le persone e tra le chiese di tutto il mondo».

Tveit ha riflettuto sulla saggezza, la passione e la spiritualità di Abuom,radicate nella sua fede e nelle sue preziose esperienze. «La dottoressa Agnes è stata una campionessa della vera unità cristiana, un’unità nella fede, nella speranza e nell’amore, con giustizia e pace per tutti. Ha guidato la nostra lotta comune nel movimento ecumenico per l’unità, la pace e la giustizia in tutto il mondo con compassione e competenza professionale, inserita in una profonda spiritualità: “Preghiamo! Per favore, guidaci nella preghiera!” – così iniziava e concludeva sempre ogni sessione di lavoro».

Tveit ha aggiunto che Abuom incoraggiava le persone a usare i loro doni e il loro tempo per servire Dio nelle chiamate date loro dalle chiese. «Lo trasmetteva a me e ad altri in modo personale, incoraggiandoci e sfidandoci ad essere coraggiosi e fedeli nella nostra chiamata», ha detto Tveit. «Mentre guidava il Consiglio Ecumenico delle Chiese, ma anche in molti altri compiti che ha accettato, ci ha dato un modello unico di leadership e discepolato».

Abuom è stata un’ispirazione particolarmente profonda per le donne e la leadership laica nella Chiesa, ha concluso Tveit. «Poiché Dio l’ha ora chiamata al riposo eterno, offro i miei ringraziamenti al Dio Trino per avermi concesso il dono di conoscere e lavorare insieme a questa grande donna, la nostra amata sorella, la dottoressa Agnes Abuom».

Gli ultimi anni di Abuom come moderatora sono stati segnati dai cambiamenti provocati dalla pandemia COVID-19 e dal suo lavoro con il segretario generale ad interim, padre Ioan Sauca. «Sono molto orgoglioso del nostro lavoro insieme», ha dichiarato. «Nonostante le sofferenze e le morti causate dal virus, Agnes ha chiaramente visto la pandemia come una sfida pastorale fondamentale per le Chiese: accompagnare chi soffre, consolare chi è in lutto, chiedere assistenza sanitaria per i malati e innovare nella condivisione dei doni di una spiritualità ecumenica veramente globale».
Sauca ha aggiunto: «Sono sconvolto; per me non era solo una moderatora, ma una donna santa; viveva la sua fede in tutto ciò che faceva. Dobbiamo essere grati a Dio per il grande dono che ci ha fatto nella persona di Agnes. Ci mancherà molto».

La dottoressa Theodora Issa del Patriarcato siro-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente ha espresso estrema tristezza. «Questa improvvisa dipartita di Agnes è stata uno shock e sono davvero senza parole quando ho letto la notizia. Agnes è sempre stata appassionata e compassionevole, con una grande pazienza, soprattutto durante gli accesi dibattiti, mentre ha sempre cercato e individuato i punti in comune, costruendo su di essi per raggiungere il consenso finale».

Il metropolita Nifon di Targoviste, Chiesa ortodossa rumena, ha reso omaggio alla vita di Abuom come leader della Chiesa mondiale rispettata e amata.
«Era un’eccellente compagna piena di gentilezza e saggezza», ha detto. «Abbiamo lavorato insieme alla guida del Comitato centrale del Cec e dell’XI Assemblea del Consiglio ecumenico in armonia e con una splendida collaborazione. Ora siamo certi che il suo spirito è sempre presente con noi. Tutti noi dovremmo offrire ora preghiere di ringraziamento per la sua vita e il suo lavoro e preservare la sua memoria».

La professoressa Isabel Apawo Phiri ha celebrato Abuom per essere stata un modello per le donne africane alla guida del movimento ecumenico.

«Ha servito il movimento ecumenico con passione, dedizione, umiltà e preghiera», ha detto Phiri. «Nei momenti difficili del Cec, era solita mobilitare i suoi più stretti compagni di preghiera per stare in preghiera con lei. Ha fatto la sua corsa e ha passato il testimone della leadership ecumenica. La sua eredità vivrà per molto tempo. Possa riposare in pace eterna».

La pastora Cornelia Füllkrug-Weitzel, ex presidente di Brot für die Welt e di Diakonie Katastrophenhilfe, ha descritto Abuom come un dono di Dio per l’intera famiglia ecumenica, in particolare per le donne.
«Un modello di leadership femminile, che incoraggia, ispira, responsabilizza le donne più giovani, dà loro spazio, le aiuta a trovare la loro strada e il loro posto in chiese molto dominate dagli uomini – possano la sua appassionata ricerca e la sua parola della verità, la sua visione profetica, il suo servizio ai poveri come parti centrali del suo fedele discepolato guidarci sulle nostre strade!», ha detto Füllkrug-Weitzel. «Grazie a Dio per questo dono!»

Fratel Guido Dotti, della Comunità monastica di Bose, Italia, ha ringraziato il Signore per il dono di Abuom. «Ricordo con gratitudine i momenti di condivisione durante le varie tappe del nostro “Pellegrinaggio di Giustizia e Pace”, in particolare l’ultima visita dell’Equipe a Palermo, Lampedusa e Roma», ha detto. «Agnese ora contempla il volto di Colui che ha tanto cercato. Il suo esempio sia per noi un forte richiamo a seguire insieme il Signore Risorto».

La Chiesa evangelica in Germania ha pianto la perdita, con la presidente del Consiglio, Annette Kurschus, che ha ricordato il servizio di Abuom all’11ª Assemblea del Cec a Karlsruhe. «È stato grazie ai suoi sforzi instancabili e alla sua leadership, tanto forte quanto sensibile, che questo incontro ha potuto essere preparato e infine realizzato durante la pandemia. Con l’abbondanza di argomenti e domande, è riuscita a tenere unito il movimento ecumenico nella ricerca e nell’azione comune per la giustizia e la pace nel mondo».

Anche il segretario generale della Comunione anglicana, il vescovo Anthony Poggo, ha reso omaggio alla vita di Abuom e ai suoi contributi. «La dottoressa Abuom è stata un’appassionata ecumenista e costruttrice di pace, e il suo ministero l’ha portata in tutto il mondo», ha scritto Poggo. «Gli anglicani piangono la morte della dottoressa Agnes Abuom e ringraziano Dio per la sua eccezionale ed esemplare leadership all’interno della Chiesa anglicana del Kenya, della Comunione anglicana, del movimento ecumenico e del Consiglio ecumenico delle Chiese».

Anche la segretaria generale della Federazione luterana mondiale, Anne Burghardt, ha pianto la morte di Abuom. «La dottoressa Abuom ha fatto la storia come prima donna e prima africana nel ruolo di moderatora del Cec. È stata una leader umile, impegnata e visionaria, che ha offerto un eccellente esempio di leadership di servizio ai cristiani di tutto il mondo».

Sua santità Aram I, Catholicos, Chiesa Armena Santa Sede Cilicia, Antelias, Libano, ha scritto un tributo ad Abuom. «Preghiamo e ricordiamo Agnes Abuom, e condividiamo le nostre riflessioni ed esperienze sul suo cammino ecumenico. Ha continuato il suo lungo e difficile cammino, dando tutto il suo impegno alla sua fede cristiana, al movimento ecumenico e all’Africa.

Un messaggio dell’arcivescovo della Chiesa anglicana del Kenya, Jackson Ole Sapit, ha espresso profondo dolore. «La sua vita ha avuto un impatto su tanti ecumenisti in tutto il mondo e lascia una ricca eredità di leader umili, riflessivi e impegnati», si legge nel messaggio. «Non si è mai tirata indietro nell’esprimere ciò che credeva fosse il giusto approccio per costruire forti istituzioni nazionali, regionali e globali».

Il rabbino David Fox Sandmel, presidente del Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose, si è detto addolorato per la notizia della scomparsa di Abuom. «Ho conosciuto bene Agnes come osservatore interreligioso del “Pellegrinaggio di Giustizia e Pace”; era una donna straordinaria. Ricorderò la sua intelligenza, la sua saggezza, la sua incrollabile bussola morale, la sua forza tranquilla e il suo sorriso elettrico. Che la sua memoria sia una benedizione».

Il percorso ecumenico di Abuom è iniziato molto prima della sua elezione a moderatora.
Nata nel nord-ovest del Kenya nel 1949 da una famiglia con quattro fratelli, Abuom ha radici ecumeniche profonde, con membri della famiglia protestanti, cattolici, anglicani e pentecostali e un’educazione infantile nelle scuole missionarie. Anche il suo impegno politico è emerso precocemente e senza tentennamenti, risalendo ai tempi in cui era studentessa all’Università di Nairobi, quando il suo attivismo cristiano la portò all’esilio e, in seguito, all’incarcerazione.

«Il mio percorso di fede è piuttosto interessante», ha detto a un intervistatore nel 2009. «Stavo diventando maggiorenne nell’epoca del pensiero di sinistra, e combinare il pensiero di sinistra e la fede non era facile. Le chiese erano spesso a disagio con il socialismo e molti movimenti politici di sinistra rifiutavano la religione. Tuttavia, sono riuscito a combinare il mio senso di giustizia di sinistra e la mia fede. In seguito, ho scoperto che si rafforzavano a vicenda. Le mie idee sulla giustizia sociale erano molto irrorate e rafforzate dalla mia fede. In questo sono stata ispirata e ho tratto forza dall’esempio di mia nonna, leader di fede, che ha superato le barriere etniche e culturali, rifiutando la mutilazione genitale femminile e muovendosi in nuove direzioni».
Abuom è stata coinvolta nel Consiglio ecumenico delle Chiese quando l’assemblea del Cec si è tenuta a Nairobi nel 1975. Fu anche coinvolta in organizzazioni studentesche e in politica – quest’ultima causò controversie che la portarono a lasciare il Kenya per la Svezia nel 1975. Lì ha imparato lo svedese e si è laureata in educazione. Dopo aver lavorato per due anni come operatrice giovanile per il Cec Ginevra, è tornata in Svezia e ha conseguito un dottorato in missiologia con una tesi su “Il ruolo delle organizzazioni non governative nello sviluppo”. Negli anni ’80 ha lavorato nella sottounità giovanile del Cec, poi si è occupata di questioni relative ai rifugiati per il Consiglio ecumenico in Sudan e ha lavorato per due anni in Zimbabwe come tutor.

Tornata in Kenya nel 1989, Abuom è stata imprigionata per la sua opposizione al presidente Daniel Arap Moi. In seguito ha lavorato per la Chiesa anglicana del Kenya, occupandosi soprattutto di questioni di sviluppo nazionale e, dal 1991, di un programma di educazione civica.

Agnes Abuom ha ricoperto tre mandati consecutivi nel comitato centrale, prima come presidente del Cec (1998-2006), poi come membro (2006-2013) moderatora del comitato di riferimento per le politiche, quindi come moderatora del comitato centrale (2013-2022). La sua prima assemblea del Cec è stata quella di Nairobi (1975). È stata delegata della Chiesa anglicana del Kenya alle assemblee di Harare (1998), Porto Alegre (2006), Busan (2013) e Karlsruhe (2022). È stata moderatora del comitato per le questioni pubbliche a Porto Alegre, del comitato di riferimento per le politiche a Busan e dell’assemblea di Karlsruhe. È stata anche membro della Commissione speciale sulla partecipazione ortodossa al Cec e del Comitato permanente per il consenso e la collaborazione.

È stata anche consulente per lo sviluppo al servizio di organizzazioni keniote e internazionali e ha coordinato programmi di azione sociale per la società religiosa e civile, soprattutto nel Corno d’Africa, fondando la sua agenzia, TAABCO Research and Development Consultants, nel 1997.

Abuom è stata anche strettamente associata alla Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa, al Consiglio nazionale delle Chiese del Kenya e a Religions for Peace.

Alla luce di questi impegni, per Abuom un impegno creativo e pratico con i migranti, i sopravvissuti agli abusi e le vittime della violenza significa anche riformulare la pratica dell’ecumenismo. «La testimonianza di molti in prima linea nelle lotte richiede che ci allontaniamo dalla cultura delle conferenze e delle dichiarazioni e iniziamo a impegnarci in azioni che alimentano la speranza e le alternative», ha detto al Comitato centrale nel 2016. «Nel Vangelo c’è spazio per il disaccordo, ma non per il disimpegno».
I decenni di lavoro dedicato di Abuom le sono valsi molti riconoscimenti e onorificenze. Nel 2017 è stata insignita della Croce di Lambeth per l’ecumenismo dall’arcivescovo di Canterbury «per il suo eccezionale contributo al movimento ecumenico, per il suo lavoro con il Consiglio ecumenico delle Chiese e attualmente come moderatora». Nel 2018, una delle maggiori università private norvegesi, la VID Specialized University, le ha conferito un dottorato honoris causa, affermando specificamente che «ha dimostrato come la conoscenza accademica possa essere tradotta in azione pratica con un chiaro approccio teologico e diaconale». Nel 2019, negli Stati Uniti, Abuom ha ricevuto il President’s Award for Excellence in Faithful Leadership del National Council of Churches, riconosciuta per la sua «leadership eccezionale e piena di rischi».
«La perenne ricerca dell’unità cristiana, ha sostenuto, può aprire nuovi orizzonti ecumenici attraverso la solidarietà per la giustizia sociale, vedendo le chiese come comunità di riconciliazione. Il pellegrinaggio è la speranza che irrompe nel nostro presente, motivandoci ad andare avanti, a superare gli ostacoli…». « Dobbiamo abbandonare la nostalgia del passato, mettere da parte le nostre preoccupazioni e i nostri strumenti che hanno superato il loro scopo e avventurarci in nuove e rilevanti aree di impegno».

Paladina della giustizia di genere, Abuom ha abbracciato la visione della campagna del Cec contro la violenza sessuale e di genere, I giovedì in nero, lavorando per il giorno in cui «non ci sarà più violenza sessuale e di genere perché la Chiesa sarà rimasta ferma con i vulnerabili, con i sopravvissuti, e avrà detto: “Basta!».
Pur accogliendo il suo nuovo ruolo di canonica laica della Chiesa anglicana in Kenya, è rimasta insofferente nei confronti della Chiesa. «Mi ha addolorato il fatto che la mia stessa comunione non sia riuscita a risolvere in modo amichevole le questioni relative alla sessualità umana», ha detto di recente. «Sto ancora aspettando il Signore».

Pensando al futuro del movimento ecumenico e del Consiglio, Abuom ha sottolineato il ruolo vitale del Cec e «la sfida più grande» di cementare l’unità tra le Chiese, di affrontare i problemi dei giovani, di approfondire l’impegno con le altre religioni e, soprattutto, di lavorare sui problemi dell’ingiustizia, della violenza e del peggioramento del clima per la sopravvivenza delle persone e del pianeta. «Dobbiamo agire», ha detto. «Non possiamo più limitarci a dire preghiere e a piantare alberi».

Tutti coloro che desiderano condividere un messaggio in memoria della dott.ssa Agnes Abuom sono invitati a inviare i loro pensieri via e-mail a media@wcc-coe.org. La dott.ssa Agnes Abuom verrà ricordata con un servizio commemorativo che si terrà nel Centro Ecumenico entro il mese di giugno in data che verrà comunicata.


Qui un articolo NEV dopo la visita di una delegazione del Consiglio ecumenico in Italia, l’anno scorso, cui aveva partecipato anche Abuom.