Israele-Palestina, Consiglio ecumenico chiede cessate il fuoco e rispetto dei diritti

"Gli attacchi minacciano solo ulteriore violenza; non possono aiutare un percorso verso la pace o la giustizia".

Photo: Albin Hillert/WCC

Roma (NEV), 9 ottobre 2023 – Una nuova presa di posizione in un documento ufficiale che lancia un appello per “il rispetto dei diritti umani in Terra Santa”. Lo ha diramato in queste ore il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC, in inglese WCC). I Patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme chiedono “pace e giustizia in mezzo alla violenza in corso”. “La Terra Santa, un luogo sacro per innumerevoli milioni di persone in tutto il mondo, è attualmente impantanata nella violenza e nella sofferenza a causa del prolungato conflitto politico e della deplorevole assenza di giustizia e di rispetto dei diritti umani”, si legge nella loro dichiarazione. “Noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, abbiamo ripetutamente lanciato appelli sull’importanza di rispettare lo status quo storico e giuridico dei santi santuari”.
La dichiarazione condanna “inequivocabilmente qualsiasi atto che prenda di mira i civili, indipendentemente dalla loro nazionalità, etnia o fede. È nostra fervente speranza e preghiera che tutte le parti coinvolte prestino ascolto a questo appello per una cessazione immediata della violenza”, si legge nel testo. “Imploriamo i leader politici e le autorità a impegnarsi in un dialogo sincero, cercando soluzioni durature che promuovano la giustizia, la pace e la riconciliazione per la popolazione di questa terra, che ha sopportato il peso del conflitto per troppo tempo”.

Il Consiglio ecumenico delle chiese aveva già lanciato, pochi giorni fa, subito dopo i primi attacchi, un appello urgente per un cessate il fuoco immediato in Israele e Palestina.
Il CEC “sta seguendo da vicino gli sviluppi in Israele e Palestina dallo scoppio delle ostilità il 7 ottobre, in seguito al lancio di migliaia di razzi da Gaza verso Israele e all’infiltrazione nel sud di Israele da parte di uomini armati di Hamas”, si legge in una nota stampa del 7 ottobre. “Gli attuali attacchi minacciano solo ulteriore violenza; non possono fornire un percorso verso la pace o la giustizia”, continua il testo diramato dal Consiglio.
“Il Consiglio ecumenico delle chiese lancia un appello urgente per lo stop immediato di questa violenza mortale, affinché Hamas cessi i suoi attacchi e chieda ad entrambe le parti di allentare la situazione”, ha affermato il segretario generale Jerry Pillay. “Siamo profondamente preoccupati per i rischi imminenti di una spirale di conflitto tra gruppi armati israeliani e palestinesi e per le conseguenze inevitabilmente tragiche per la popolazione della regione – sia israeliani che palestinesi – dopo un periodo di crescenti tensioni e violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme”.

“Esortiamo tutte le Chiese del CEC a unirsi oggi nella preghiera per una pace giusta nella terra natale di Cristo e in solidarietà con tutte le persone colpite e minacciate dalla violenza”, ha concluso.

Intanto il bilancio dei morti israeliani è di 700, 2.500 i feriti, 750 dispersi, sarebbero almeno 100 gli ostaggi nelle mani di Hamas e 260 i morti al rave nel deserto. Sul fronte palestinese le vittime sarebbero 413, di cui 78 minori, i feriti 2.200.


Il CEC riunisce circa 350 chiese ortodosse, vetero-cattoliche, anglicane, battiste, evangeliche, luterane, mennonite, metodiste, riformate, chiese libere indipendenti e alcune chiese pentecostali per un totale di oltre mezzo miliardo di cristiani in tutto il mondo.

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