Gli 850 anni del movimento valdese

Al via un anno di eventi e celebrazioni. Un sito dedicato raccoglie tutti gli appuntamenti previsti. Intervista ai pastori Tomassone e Bernardini

«Valdo, mercante vissuto a Lione verso la fine del 1100 (antesignano di Francesco d’Assisi, decise di spogliarsi dei suoi beni per vivere in povertà come Gesù, ndr), ancora oggi ispira ideali attuali anche per i cittadini italiani nonostante il disinteresse crescente per il fatto religioso. Il primo “ideale” – prosegue Bernardini – risiede nel fatto che il cristianesimo è tale nella misura in cui si fonda sull’insegnamento biblico, sul messaggio di Gesù, sul suo esempio e a partire dalla sulla sua vita. Dunque, non solo sulla tradizione della chiesa. Il secondo “ideale” risiede nella libertà, ossia nel fatto che ogni credente ha il dovere, in libertà, di testimoniare e predicare l’Evangelo: la chiesa non è una questione meramente ecclesiastica, ma è una questione laica, che riguarda tutte e tutti. Un terzo “ideale”, che spesso colpisce l’opinione pubblica è quello che ci è stato tramandato proprio da Valdo e dal suo movimento e che oggi ancora ci appartiene: il fatto che già allora come oggi la chiesa dovesse esser povera e che dovesse fondare la sua forza non nel bene materiale ma in quello supremo contenuto nel messaggio evangelico, definendo così una netta separazione tra il potere politico e quello spirituale della fede. Un anniversario per una chiesa cristiana non è l’occasione per autocelebrarsi, ma è l’occasione per riflettere e progettare il futuro con rinnovata fedeltà al messaggio evangelico. Come diceva il filosofo Mario Miegge, l’interesse per la storia non è tanto per la storia in sé,  ma per la coscienza che ne deriva».

Fra il 1173 e il 1174 Valdo, leggendo approfonditamente la Bibbia, prese una decisione che cambiò non solo la sua esistenza ma quella di tanti altri che decisero di seguire il suo esempio. Fu l’inizio del movimento valdese. Con l’adesione alla Riforma nel 1532 nascerà poi quella che ancora oggi conosciamo come la Chiesa valdese, che, dopo il Patto d’integrazione del 1975, divenne Unione delle chiese metodiste e valdesi.  

Valdo, l’Europa, il futuro

«La decisione di Valdo di Lione, quella di vivere in povertà e di predicare l’evangelo, fu un momento storico di grande portata e capace di dar  vita a un movimento che attraverso i secoli è riuscito, trasformandosi e “riformandosi” a lasciare tracce anche nell’Europa che oggi conosciamo», ricorda la pastora valdese Erika Tomassone, vicemoderatora della Tavola valdese, l’organo esecutivo delle chiese metodiste e valdesi. 

«In diversi luoghi del mondo (Francia, America Latina, Germania, Svizzera) si stanno preparando per il 2024 diversi momenti celebrativi – prosegue –. Eventi non preconfezionati: tutte, tutti, infatti, possono prendere in piena autonomia la decisione di organizzare eventi legati al proprio territorio per celebrare l’anno commemorativo di un movimento che nel nostro territorio ha avuto impatti diversi: pensiamo alla Calabria, che ha visto sorgere le sue prime comunità valdesi nel tardo medioevo o alle persecuzioni subite nel tempo; insomma, si tratta di raccontare la geografia delle migrazioni di allora, guardare la geografia di oggi, passare tra i sentieri di montagna di allora sino alle autostrade di oggi. Un viaggio che ci ricorda i colportori» – quei valdesi che a fine 800 distribuivano le Bibbie utilizzando carretti di legno.

Valdesi in movimento

«Il tema di fondo – riprende Tomassone – credo possa essere proprio la libertà, o meglio la declinazione di libertà di cui ci siamo sempre fatti portatori. “Valdesi in movimento” non è un mero slogan. La nostra è una storia fatta di tanti spostamenti, volontari, forzati, in cui abbiamo sempre portato, custodito e difeso la nostra fede. Le storie e i racconti famigliari, quelli del passato, le migrazioni stesse ci aiutano ancora oggi a leggere la storia, a definire una geografia diversa, e a comprendere il passato per definire il nostro presente. A custodire consapevolmente la memoria. In tempi moderni siamo stati percepiti come un movimento anticlericale, oggi come chiesa sociale e culturale, qualcuno in passato ci ha cercati poi allontanati e poi di nuovo avvicinati, alcuni grazie alla lettura della Bibbia come nella traduzione di Diodati».

Ma di certo, ricorda infine Tomassone, «oggi la nostra è una chiesa intergenerazionale che riunisce persone diverse tra loro per passato ed esperienze, e oggi, più ancora che nel passato, siamo una chiesa fatta da persone ancor più diverse da quel che ci si poteva immaginare anche solo quarant’anni fa. In quest’avventura di condivisione della fede, oggi si associano persone che giungono da altri continenti, anche non valdesi provenienti da famiglie di chiese mondiali riformate. Questo modo di “essere chiesa insieme” è legato a mio avviso a una parola chiave: inclusione. Molte anime si sono avvicinate al movimento valdese nel tempo e sappiamo bene, come ricorda anche la Bibbia, che unire non è mai cosa facile. È questa è la sfida di oggi: essere chiesa insieme malgrado le diverse teologie e malgrado i diversi modi di pregare e di intendere la società. I valdesi sono in un certo senso un buon esempio di teologia pratica dell’inclusione».

Eventi

La Chiesa valdese e la Fondazione Centro culturale valdese (CCV) hanno dunque in cantiere diversi progetti (il 18 gennaio quelli del CCV saranno presentati in conferenza stampa a Torino); un convegno promosso dalla Fondazione si terrà il 3 febbraio alla Casa valdese a Torre Pellice su «Eresie di ieri, eresie di oggi». Ma tutti gli appuntamenti degli “850 anni”, in continuo aggiornamento, sono consultabili sul sito www.valdo850.org .


Leggi su Riforma.it: Gli 850 anni del movimento valdese – Riforma