BET, polo biblico. Una “casa” per la cultura biblica in chiave laica

Immagine tratta da https://www.betpolobiblico.it/

Roma (NEV), 26 febbraio 2024 – A gennaio abbiamo annunciato la nascita della nuova associazione “BET – polo biblico”.  Fra i suoi scopi c’è la promozione della cultura biblica in una prospettiva culturale e laica. “Bet” è la seconda lettera dell’alfabeto ebraico e uno dei suoi significati è “casa”, si legge sul sito dell’associazione.

Abbiamo chiesto alla vice presidente di BET, la biblista Marinella Perroni, di raccontarci l’esordio dell’attività del polo e le iniziative in programma per il prossimo futuro.

“I primi passi di BET sono stati a Padova il 30 novembre scorso, sia in presenza sia online, con una partecipazione di diverse decine di persone. Ci siamo dati poi un appuntamento online, il 20 dicembre, con il lancio del sito e la presentazione del nostro progetto. Abbiamo avuto con noi Diego Passoni, con Né tre né re. Aspettando i magi. Antonio Autiero per la Giornata della Memoria. Paolo Naso sugli 850 anni del movimento di Valdo di Lione. Una parte dei contenuti sono disponibili gratuitamente sulla nostra pagina YouTube. Al momento hanno aderito a BET, associandosi, circa 120 persone. I numeri dei partecipanti sono stati, da subito, molto alti.

Fin dall’inizio, con Paolo Naso, Brunetto Salvarani e la sottoscritta, abbiamo tentato di rispondere alla domanda se ci sia o meno carenza di Bibbia in Italia. Che bisogno c’è di Bibbia, oggi? Sono stupita di incontrare tante realtà, più o meno nascoste, in cui si coltiva lo studio biblico. Con BET vorremmo dare informazione, ad esempio, di tutti i luoghi in Italia dove ci sono corsi annuali e settimanali. BET vuole essere, appunto, un polo anche informativo che metta in rete, per ogni regione, le iniziative di studio del testo, aldilà delle iniziative liturgiche o catechetiche. L’intento è quello di educarci a capire le ricadute che la Bibbia ha sul tessuto sociale e nella cultura, con coscienza critica. Insomma, il testo biblico non viaggia in un circuito alieno, ma è innestato nella nostra cultura con una miriade di connessioni, che vanno dalla psicanalisi alle relazioni interpersonali, dall’etica alla politica. Basti pensare alle tante associazioni bibliche che fanno un lavoro grandioso di studio dei testi, con altrettanti focus. È una ricchezza non solo della chiesa, ma di tutta la società.

In cantiere abbiamo la periodica newsletter, appuntamenti mensili, interviste. Parleremo di donne e teologia per l’8 marzo, parleremo di Costituzione.

A settembre stiamo organizzando un viaggio con ‘Il popolo della Bibbia’. Si tratta di una visita nelle valli valdesi, per conoscere la chiesa valdese come realtà presente nella storia e nella geografia del nostro Paese e oltre i confini. Un ricco programma con partenza da Torino e destinazione Torre Pellice. Ulteriori appuntamenti e dettagli saranno disponibili sui nostri canali” ha concluso Marinella Perroni.

Sta, inoltre, per concludersi il ciclo “Bibbia Connection”, presentato da Maria Teresa Milano. Un’ora con BET, online, che vedrà impegnato domani 27 febbraio anche il Consigliere della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Peter Ciaccio. Studioso, fra l’altro, dei rapporti fra cultura pop e fede, Ciaccio interverrà su “Settima arte e settimo sigillo. La Bibbia nel cinema non biblico”.

“Oltre a essere un libro sacro per i credenti, la Bibbia è un codice culturale così potente e importante da essere ‘presente pur assente’ nel cinema. Ci troviamo così di fronte al paradosso dove il cinema non espressamente biblico risulta più biblico rispetto a film che traspongono tout court le storie delle Scritture – ha dichiarato Peter Ciaccio all’agenzia NEV –. L’esempio più calzante è ET di Spielberg, ma anche il recente The Whale di Aronofsky, la cui narrazione è strutturata come la Settimana Santa”.