Chiesavaldese.org. Il Natale secondo Ravasi: “Abbiamo bisogno di stupore”

Roma (NEV), 4 dicembre 2020 – Sul sito chiesavaldese.org, Sabina Baral in dialogo con il cardinale Gianfranco Ravasi affronta temi quali la fede, l’Avvento, il Natale. Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e della Pontificia commissione di archeologia sacra, parla anche di covid. E di linguaggi, parole e comportamenti ambivalenti, di ricerca di nuove direzioni, di rischio.

“Sappiamo ancora cercare Dio nel nostro quotidiano?” si chiede Baral, che propone una serie di domande per accompagnare il lettore in un viaggio che tocca diverse tappe. Dal dubbio all’attesa, dalla pazienza alla speranza. “In questi tempi di forte aggressività ritrovare la pazienza significa anche recuperare la mitezza. Quel rispetto dell’altro che è una variante dell’amore” dice il cardinale Ravasi. La conversazione prosegue sul piano della religione, andando a toccare la storia, l’arte, il mistero e lo stupore.

Il Natale

“Il Verbo che si fa carne” è, per Ravasi, “il vertice” della storicità del Cristianesimo dove “la riscoperta di questa presenza va fatta sempre”. Ma questa presenza, il più delle volte, “è una presenza segreta. Allora, per scovarla, abbiamo bisogno di stupore, quella dote umana straordinaria che riesce a trovare il bulbo del divino all’interno della storia. Il grande appello che dobbiamo rivolgere, come credenti, a questa società è proprio questo. Ritrovare il germe divino in una storia ridotta a mera nomenclatura di eventi” sostiene ancora Ravasi. Nella conclusione dell’intervista, Sabina Baral lo interpella sul senso del Natale. “Purtroppo – sostiene il cardinale – oggi le chiese sono calate all’interno della storia senza la capacità di linguaggio e di comunicazione che, ad esempio, ebbe l’apostolo Paolo nel ritrascrivere completamente il messaggio cristiano attraverso la lingua e la cultura del tempo. Le chiese non sono neppure più in grado di testimoniare e di avere consapevolezza della propria minoranza. Essere minoranza non è una punizione ma è essere seme, lievito, sale come diceva Gesù rispetto alla massa. Ed è questo un grande appello per il Natale: essere consapevoli di essere minoranza ma saper ritrovare dentro noi stessi l’energia del Regno di Dio. Quel seme piccolo che può crescere e diventare l’albero gigantesco sul quale si possono posare gli uccelli del cielo”.

Leggi l’intervista integrale su chiesavaldese.org