Roma (NEV), 2 novembre 2016 – “Una grande apertura, una svolta per il dialogo ecumenico”: il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro, ha commentato con entusiasmo la commemorazione cattolico-luterana della Riforma di Lutero dello scorso 31 ottobre, svoltasi nella cattedrale di Lund (Svezia) alla presenza di papa Francesco, di Munib Younan e Martin Junge, rispettivamente presidente e segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM). “Negli anni precedenti la sensazione era che l’ecumenismo avesse diverse velocità: che fosse più spedito con gli ortodossi, un po’ meno con gli anglicani, e al rallentatore con le chiese protestanti. Grazie alla preghiera ecumenica di Lund e Malmö, non solo i luterani, ma le chiese protestanti nel loro complesso, sono a tutti gli effetti tornate ad essere degli interlocutori a pieno titolo. Non necessariamente privilegiati: quello di papa Francesco è un ecumenismo a 360 gradi”. Significativa per il pastore Negro la volontà di riconciliazione delle memorie, citata nel documento congiunto sottoscritto da papa Francesco e Munib Younan nella cattedrale di Lund, dove si legge: “il passato non può essere cambiato, la memoria e il modo di fare memoria possono essere trasformati”. Per il pastore Negro si tratta di un invito a pregare per la guarigione delle ferite e della memoria. Molto significativa per il presidente FCEI anche l’insistenza sull’azione comune nel mondo: il superamento della violenza e degli estremismi, per la costruzione della pace, a favore della salvaguardia del Creato: “A Lund e Malmö c’è stato un grande equilibrio tra un ecumenismo teologico e un ecumenismo pratico, penso alla firma dell’altro documento, quello che sigilla la collaborazione tra il braccio umanitario della FLM, il World Service, e la Caritas Internationalis. Al centro è la nostra testimonianza comune nel mondo: dobbiamo essere uniti, solo così la parola dell’Evangelo sarà più credibile in questo mondo già dilaniato da conflitti e divisioni. L’esperienza che in Italia vede uniti evangelici e cattolici nell’organizzazione dei corridoi umanitari per i profughi va in questa direzione”.
“Le pietre di Lund”, così il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, ha intitolato una sua riflessione sull’evento storico, che pone il cammino ecumenico sotto una nuova luce: “Ogni parola e ogni gesto sono state come una pietra, una pietra usata per tracciare un cammino nuovo, percorribile non solo dagli addetti all’ecumenismo ma da ogni uomo e da ogni donna benedetti dalla grazia di Dio. Dopo tante pietre per distruggere, nuove pietre per costruire”.
Il prossimo 4 novembre la vice-presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Christiane Groeben, sarà presente al ricevimento organizzato dall’Ambasciata dello Stato di Palestina presso la Santa Sede a Roma in onore del vescovo palestinese Munib Younan, e del pastore Martin Junge.
(Le chiese evangeliche in Italia, eredi della Riforma protestante, sono numerose e diversificate. Per approfondire vedi scheda in questo numero).